Voucher agricoltura, i sindacati: “Un ritorno allo sfruttamento dei braccianti”
La proposta del Governo Meloni di estendere a tutti i lavoratori e le lavoratrici il metodo di pagamento tramite lo 'scontrino' è respinta da Flai Cgil e Uila Uil: niente garanzie come da contratto nazionale, perdita della disoccupazione, delle tutele di maternità, malattie e infortuni
di Marianna Gianforte | 12 Dicembre 2022 @ 06:08 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Un voucher da 10 euro. Così potrebbe essere pagato il lavoro di un bracciante o di una bracciante agricoli se passasse in manovra la proposta del Governo Meloni di estendere a tutto il comparto dei lavoratori e delle lavoratrici agricole il metodo di pagamento del voucher. Quella modalità che venne ridotto soltanto ad alcune categorie dopo una forte battaglia sindacale negli anni scorsi: pensionati per lo più, oppure in caso di estrema necessità per reclutare un numero aggiuntivo di collaboratori agricoli nei periodi più intensi della raccolta di frutta e ortaggi.
Un ritorno al passato, al ‘medioevo lavorativo’, una pedata violenta ai diritti dei lavoratori, una nuova schiavitù a favore delle aziende che non hanno voglia di rispettare la dignità dei lavoratori. Con queste dure parole i sindacati bocciano la proposta e la rispediscono al mittente, confidando nel frattempo, nella presentazione di emendamenti ad hoc che nel momento della discussione in Parlamento rimetta le cose a posto. Intanto anche nella Marsica è ‘rivolta’ dei sindacati: nel Fucino, infatti, lavorano 5.600 persone, per lo più uomini ma anche qualche donna, la maggior parte dei quali sono stranieri. La coordinatrice regionale della Flai Cgil Abruzzo Molise Nadia Rossi annuncia: sarà battaglia di fronte all’immobilismo del Governo. Per il momento il sindacato Flai Cgil, come anche gli altri, resta in vigile attesa che palazzo Chigi torni sui propri passi, pronto tuttavia a opporsi in tutti i modi possibili a “un ritorno al passato inaccettabile”. “I voucher sono una modalità di pagamento giornaliero da parte del datore di lavoro, è di fatto uno ‘scontrino’ che si può ottenere anche rivolgendosi a un tabaccaio – spiega Rossi -; con la proposta del Governo, in sostanza, a un certo punto verrebbe meno, per i lavoratori, la possibilità di essere regolarizzati secondo il Contratto nazionale collettivo della categoria. Dopo la battaglia della Flai degli anni scorsi, non era più possibile adottare il voucher in agricoltura in modo indifferenziato – spiega la sindacalista -; adesso tornano per tutti i settori agricoli e chiaramente si pone il problema anche nella Marsica e nel Fucino. Attendiamo l’esito dell’approvazione della legge di Bilancio, sappiamo che sono stati presentati centinaia di emendamenti, alcuni dei quali riguardano anche i voucher”.
Il rischio è che al ritorno dopo la pausa dalla raccolta, i braccianti non trovino più il contratto da firmare e riattivare, ma un pacchetto di ‘scontrini’ senza più diritti nè tutele. “I braccianti agricoli sono destinatari di un contratto a tempo determinato che va più o meno da febbraio a giugno o settembre – prosegue Rossi -; tutti i braccianti che oggi non stanno lavorando non hanno in essere il contratto. Una volta richiamati a febbraio potrebbe esser loro proposto di lavorare con i voucher e quindi verrebbe eslcuso il Ccnl di categoria. Noi della Flai Cgil ci opporremo anche con le singole aziende del Fucino”. Il voucher, infatti, non fornisce nessuna delle garanzie e nessuno dei diritti previsti nel contratto e comporta un abbassamento anche dell’importo da pagare all’ora. “L’attuale contratto anche se della durata di circa sei mesi, dà la garanzia, poi, di accedere alla disoccupazione agricola per sostenere lavoratrici e lavoratori nei mesi in cui restano inoccupati, disoccupazione – chiarische Rossi – che va anche a coprire la contribuzione pensionistica che con i voucher non si può accumulare”. Per non parlare, chiaramente, della perdita delle tutele in caso di maternità, malattie e infortuni. “Nel mondo agricolo malattie e infortuni sono garantite – spiega la sindacalista – dall’ente bilaterale per l’agricoltura, con i voucher viene meno tutto questo, compres anche la copertura in termini di sicurezza sul posto di lavoro”.
Inaccettabile il ritorno al voucher per tutte le categorie dei lavoratori dell’agricoltura anche per il segretario nazionale della Uila Uil Stefano Mantegazza: “Con questa scelta il Governo rischia di destrutturare completamente il mercato del lavoro agricolo, cancellando diritti e tutele – tuona Mantegazza -. Nel confermare la disponibilità della Uila ad avviare un confronto sul lavoro occasionale finalizzato ad agevolare l’ingresso di nuova occupazione nel settore, esprimiamo il nostro più totale dissenso verso proposte che non colgono questo obiettivo e aprono il varco ad ulteriori forme di irregolarità e sfruttamento”. “La legge di Stabilità amplia l’utilizzo dei voucher a tutti i lavoratori stagionali dell’agricoltura: parliamo di oltre 900mila persone, delle quali un terzo sono donne – ha precisato ieri Mantegazza intervistato da Rainews24 – che subiranno danni gravi dal punto di vista pensionistico e non solo. Faccio un esempio: una giovane lavoratrice che oggi guadagna 70 euro al giorno per una sessantina di giorni all’anno, nel momento in cui perdesse lo status di dipendente per essere ‘assunta’ con i voucher, perderà circa 1.570 euro dell’indennità di disoccupazione all’anno e in caso di maternità perderà quanto avrebbe ricevuto come lavoratrice dipendente, e cioè oltre 7mila euro per i mesi di astensione obbligatoria e oltre tremila per quelli facoltativi. Perderebbe anche 900 euro del welfare contrattuale. Danni gravissimi. Ecco perchè chiediamo al Governo di eliminare l’ampliamento dell’uso del voucher a tutti i lavoratori del settore agricolo. Ampliando la platea di coloro che possono essere pagati con i voucher – sottolinea con forza Mantegazza – non si risponde alla richiesta delle aziende di aumentare l’occupazione nei momenti clou del lavoro, perchè si farebbe ricorso alla stessa manodopera abituale; i voucher allargati ai lavoratori stagionali dell’agricoltura, dunque, in realtà servono esclusivamente alle aziende che vogliono fare concorrenza sleale attraverso lo sfruttamento del lavoro nero: comprano un voucher che vale tre ore pagando 30 euro, e poi si vedrà: è l’anticamera dello sfruttamento”.
Mantegazza ha spiegato anche che sinora il Governo non ha accolto la richiesta della Uila Uil di esser audita: “Oggi incontreremo il sottodegretario al ministero del Lavoro Durigon, e ci auguriamo che sia positivo”, conclude.