Violazione della quarantena: l’avvocato, “Legislazione sanzioni troppo farraginosa”
di Mariangela Speranza | 03 Aprile 2020 @ 07:15 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Gli esperti continuano ad affermare che, nonostante i primi segnali di ripresa, tutta Italia è ancora nel pieno dell’emergenza e che la lotta al Coronavirus prosegue, così come prosegue il carosello dei moduli di autocertificazione, giunti ormai al loro quarto aggiornamento, con le persone costrette ad uscire di casa per necessità, obbligate a esibirle al personale delle forze dell’ordine di turno.
È dai primi giorni dell’epidemia che si parla infatti di sanzioni per chi esce di casa senza un “giustificato motivo” e il 25 marzo scorso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato l’ennesimo decreto legge che da un lato prevede multe più salate per i trasgressori e dall’altro introduce nuovi reati per gli infetti che violano la quarantena.
Un’opera di riorganizzazione di un’articolata serie di regole che, in certi casi, generavano un’inevitabile confusione, ma che secondo l’avvocato e presidente della Camera Penale dell’Aquila Gian Luca Totani, nonostante gli sforzi delle istituzioni, “ancora oggi rimangono estremamente farragginose”.
“Alla base – dice a L’Aquila Blog – c’è un problema di qualità del legislatore, che cambia idea ogni 5 minuti, operando delle scelte attraverso la decretazione in vigenza, salvo poi sentirsi in dovere di chiarirle con circolari ministeriali”.
Il decreto legge numero 19 ha effettivamente messo in atto una manovra riorganizzativa che ha creato due differenti binari punitivi: il primo riguarda in generale tutti gli indisciplinati e sfocia in una sanzione amministrativa pecuniaria da 400 a 3 mila euro, aumentabili se per commettere la violazione si è fatto uso di un veicolo, il secondo conduce a due ipotesi di rilievo penale per i trasgressori sottoposti a obbligo di quarantena perché risultati positivi al test del Coronavirus.
In pratica, il soggetto sano che viola senza motivo le regole è sottoposto ad una semplice multa, mentre i positivi obbligati ad osservare la quarantena stretta, si renderebbero responsabili di un vero e proprio reato, incorrendo in sanzioni come l’arresto da 3 a 18 mesi e l’ammenda da 500 a 5 mila euro. Al riguardo, rimangono però alcune perplessità: il regime di quarantena non è infatti ben definito a livello normativo e il relativo reato di violazione scatta per il semplice fatto che si esce di casa, anche se l’untore non infetta nessuno.
Gian Luca Totani precisa però che, “nel caso in cui il contagio si diffonda a causa sua, è prevista la punizione per altri reati, anche gravi, come per esempio quello di epidemia colposa”.
“L’inasprimento è più che altro avvenuto sotto il profilo economico – aggiunge Totani -, anche perché bisogna considerare che le sanzioni precedenti al 25 marzo sono in pratica destinate a scomparire nel nulla”.
Innovando la disciplina, il Governo ha infatti introdotto la novità della sanzione amministrativa, che è in pratica della stessa categoria di quelle per divieto di sosta o eccesso di velocità, per coloro che in generale non rispettano le disposizioni di contenimento del virus. Prima di tutto ciò, il fatto costituiva invece un reato e chi lo commetteva veniva sottoposto ad un procedimento penale e, se condannato, diveniva tecnicamente un pregiudicato.
“Adesso si parla invece di semplice multa – conclude Totani – per di più ridotta della metà, mentre nel caso in cui qualcuno sia stato già condannato in via definitiva, la condanna viene addirittura revocata e non ne resta alcuna traccia nemmeno nel casellario giudiziale”.