Vicenda Toluene, salute, procedure: la Gran Sasso Acqua spa risponde

di Alessio Ludovici | 09 Giugno 2022 @ 14:51 | AMBIENTE
Gsa uffici
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L’AQUILA – Abbiamo provato a ricostruire con Mario Di Gregorio, della Gran Sasso Acqua S.p.a., riportando anche le domande i dubbi che i cittadini hanno sollevato, le vicende che ieri pomeriggio hanno portato all’adozione delle ordinanze di non potabilità dell’acqua da parte di tutti i comuni serviti dall’acquifero del Gran Sasso. Mario Di Gregorio, ex funzionario del Comune dell’Aquila con lunga esperienza, è il coordinatore dell’area tecnica della Gran Sasso Acqua, società per azioni che gestisce il ciclo idrico integrato nel capoluogo e in altri trenta comuni del comprensorio. Ieri all’uscita dell’ordinanza del sindaco nella città dell’Aquila si è scatenato il panico in città, tra resse nei pochi supermercati aperti a quell’ora e preoccupazioni per la salute. L’allarme ora è rientrato  ma la le preoccupazioni dei cittadini sono ancora tante. 

A Di Gregorio chiediamo innanzitutto come è arrivato il toluene sotto il Gran Sasso. 

“Si tratta di una sostanza usata nelle vernici e Strada dei Parchi ieri stava rifacendo della segnaletica a terra con delle vernici in cui ne è previsto l’uso”. Al momento non è possibile sapere se le anomalie che ci sono state nei valori siano dipese da sversamenti accidentali o dalla decantazione di queste sostanze nell’acquifero. 

Una delle preoccupazioni principali del cittadino è stata per la salute. Le istanze sono le più disparate, c’è chi ha saputo dell’ordinanza del Comune dopo aver bevuto, chi si chiede se ci siano stati rischi anche per l’acqua bevuta nel corso della giornata.

“Neanche una goccia di toluene è finita nella rete idrica” spiega Di Gregorio. “Tutto quello che abbiamo fatto ieri è di natura precauzionale e al primo allarme, alle 15.52 abbiamo svuotato una delle vasche”.

L’acqua era stata stoccata, era emerso già ieri, e quindi analizzata. Di Gregorio inoltre ci informa di aver fatto diversi campionamenti in città nel corso delle ore successive, anche sulle fontane pubbliche, e nell’area degli altri comuni interessati, tutti con esito negativo. 

Ma allora perché sono state richieste le ordinanze di non potabilità ai sindaci?

“E’ un’ulteriore prassi cautelativa in attesa dell’esito degli ulteriori accertamenti”.

Il primo allarme lo avete avuto alle 15.52, un valore anomalo di Toluene rispetto alla norma, cosa avete fatto?

“Sono scattate le procedure di sicurezza, ad esempio abbiamo immediatamente svuotato una delle vasche”. 

E’ a causa di questo scarico che Assergi poco dopo le 17 è stata invasa dall’acqua. Stesso discorso per il video preso a Paganica da un cittadino e che ha fatto il giro dei telefoni di mezza città, in cui si vedeva un’ingente quantità di acqua venire a valle, nera perché nel suo percorso ha raccolto fanghi e detriti.

Chiediamo a Di Gregorio anche della Ruzzo reti, l’azienda che serve il versante teramano del Gran Sasso, che ha diramato una nota in cui sostiene di aver proceduto allo scarico dei serbatoi già dalla mattina e in via precauzionale.

Come mai invece la Gran Sasso ha cominciato solo dopo il primo allarme?

“Sì è vero la Ruzzo ha scaricato tutto il giorno ieri. Sono sistemi diversi con tempi di passaggio diversi nei serbatoi, i nostri ci permettono una gestione diversa delle tempistiche tanto che ieri nonostante lo svuotamento di una delle vasche ci sono stati pochissimi problemi di approvvigionamento nell’aquilano”.

Alle 18.01 la Gran Sasso Acqua comunica, tramite Pec, ai sindaci interessati la richiesta di predisporre le ordinanze di non potabilità. Alle 18.29 informa anche pubblicamente, tramite i social, quanto richiesto ai sindaci. Da quel momento in poi l’azienda termina, tra virgolette, il suo lavoro di comunicazione, anche se parteciperà alle riunioni delle varie unità di crisi, e proseguirà quello tecnico e di campionamento. All’1 e 38 minuti, in piena notte, la seconda Pec inviata ai Comuni con cui si autorizza alla revoca dell’ordinanza in seguito agli ulteriori accertamenti facendo tirare un sospiro di sollievo a tanti cittadini.

Un evento non nuovo quello che è successo, che rientra nella difficile coabitazione tra acquifero del Gran Sasso, traforo, Laboratori, della loro messa in sicurezza e del sistema di allerta, che fa discutere la politica e i cittadini, soprattutto nel teramano a dire il vero, di cui proveremo a raccontare domani. 


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