“Se esistono le condizioni, in caso di rinvio a giudizio, l’Ordine si costituirà parte civile. Lo sappia chi di dovere, che sia chiaro a questi che si fingono in ogni modo editori, perché chiunque oltraggia un giornalista non oltraggia solo un lavoratore, ma viola il bisogno di ogni cittadino di essere correttamente informato”. Queste le dure parole del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, affiancato da quello regionale Stefano Pallotta, in conferenza stampa a L’Aquila, per parlare della questione lavorativa che interessa alcuni ex dipendenti dell’emittente televisiva aquilana LaQtv.
Si tratta, più in generale, di 14 ex lavoratori – tra personale giornalistico e tecnico – sottopagati, non pagati, senza contratto, in nero, con contratti capestro o retribuiti dal Servizio Civile nazionale, pur lavorando in una televisione commerciale. “Una situazione del tutto patologica e cronica” hanno dichiarato gli ex dipendenti in un documento congiunto. “Sappiamo che sottopagare un giornalista non è come farlo con un lavoratore qualsiasi, perché un giornalista sottopagato, o in ogni caso non messo nelle condizioni di svolgere serenamente il proprio mestiere, compromette il prodotto informativo, il che rappresenta un male per l’intera società”.
“Non è la prima volta che mi trovo a parlare di lavoro sommerso e di schiavitù in questa professione, ma nel mio ruolo è facile fare queste denunce. Apprezzo il coraggio di questi ragazzi e la segnalazione del presidente Pallotta che ha voluto questa conferenza nella sede dell’Ordine”, ha poi aggiunto Iacopino. “So che all’Aquila la procura della Repubblica ha molto di cui occuparsi, ma un’occhiatina la vogliono dare all’uso di fondi pubblici da parte di questa onlus? La Guardia di finanza controllerà i bilanci? Così facciamo chiarezza, facciamo verità”.
Il presidente nazionale ha sottolineato che, nel caso venga accertato quanto riportato oggi da Antonio Massari sul Il Fatto Quotidiano, nell’articolo Giornalisti-volontari, l’inghippo di rete LaQtv, ci si troverebbe di fronte ad “una nuova forma di precariato, una pratica che prevede l’utilizzo dei fondi destinati al Servizio civile nazionale per il pagamento di alcuni dipendenti. Dunque, tenere una redazione a costo zero. Qui si è brevettata una struttura in cui una liberatoria firmata cammina a fianco del pagamento di 433 euro del Servizio civile nazionale. Siamo ben oltre le denunce arrivate finora riguardanti articoli pagati 2 euro o 50 centesimi”, conclude Iacopino. La Onlus Centro Studi Gioacchino Volpe – come riportato dal Fatto Quotidiano, a detta di Luca Bergamotto – “ha avuto un finanziamento di 70mila euro poi spesi per attrezzature, computer e telecamere, che utilizziamo come centro studi: abbiamo concesso una parte di questi immobili alla tv che ci paga l’affitto e per noi è un piccolo reddito. Per il progetto ‘Digiaquila’, che presuppone l’utilizzo di strumenti digitali stanno apprendendo delle tecniche ma il progetto è fuori da LAqtv. È solo formazione”.
“Sono venuto a conoscenza della situazione di LaQtv quando una ex lavoratrice che voleva iscriversi all’Ordine difettava della documentazione necessaria. Chiesi al direttore la documentazione ma lui me la negò nonostante la mia minaccia di deferimento al consiglio di disciplina” ha raccontato Pallotta, annunciando che sta esercitando per la prima volta in Abruzzo il potere sostitutivo per consentire l’iscrizione ai Pubblicisti, difronte al rifiuto di certificare il periodo lavorativo. Intanto la commissione disciplinare dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo sta esaminando la posizione del direttore responsabile dell’emittente.
Presente alla conferenza stampa anche Giuliana Vespa segretaria provinciale dell’Ugl, sindacato che sta seguendo le vertenze di una parte di ex dipendenti. “Abbiamo provato un contatto bonario con Partecipazioni L’Aquila Srl, società editrice di LaQtv, per il tramite di Luca Bergamotto (direttore della testata), ma contrariamente ai principi della buona educazione, non abbiamo ricevuto risposte per mesi. Unico contatto, non risolutivo, è avvenuto nei giorni scorsi, guarda caso alla vigilia della conferenza stampa”. E rivela: “ieri sera alle 20, in una mail, Paola Sarra (l’amministratrice) mi ha detto che è pronta a venire a conciliare le vertenze in oggetto e che la società Partecipazioni L’Aquila ha proceduto al riconteggio delle spettanze”.
“Sono 9 su 15 i ragazzi che hanno aperto la vertenza con noi. Tutti assieme hanno spettanze arretrate di circa 70 mila euro, esclusi i contributi, per un periodo di tempo che per ognuno va da un paio di mesi fino a un massimo di 9 mesi”. “Parliamo di tanti ragazzi giovanissimi che hanno scelto di rimanere in una città, L’Aquila, che non offre più nulla dopo il terremoto del 6 aprile 2009 – ha fatto notare in conclusione la Vespa – ma sono rimasti qui a dare la loro professionalità e a denunciare tutti i giorni ciò che non va. Vederli sfruttati e mai pagati è vergognoso”.
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Per dovere di cronaca pubblichiamo la replica di Laqtv: