Vendita dei puntellamenti, il Comune dell’Aquila ci riprova ma sono pronti i ricorsi
di Marco Signori | 09 Marzo 2020 @ 07:07 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Sulla vendita dei puntellamenti, serviti a mettere in sicurezza gli edifici danneggiati dal terremoto del 2009, il Comune dell’Aquila ci riprova e, dopo due avvisi pubblici andati a vuoto senza un’apparente ragione, si appresta a pubblicare un nuovo bando.
“Speriamo che il nuovo esperimento vada a buon fine”, dice a L’Aquila Blog Vittorio Fabrizi, che oggi è assessore alla Ricostruzione e che all’epoca dei precedenti bandi dello stesso settore era dirigente, spiegando che il nuovo bando che uscirà nelle prossime settimane riguarderà la parte ferrosa.
Il materiale, infatti, in gran parte depositato nel capannone ex Sercom a Pagliare di Sassa, si compone sia di tubi, giunti metallici e travi in ferro, sia di tavolato di legno. Anche per questo, spiega Fabrizi, occorrono delle formalità per “separare le due fattispecie” alla luce della “sottile ma determinante linea di confine tra rifiuto e materiale da cantiere”.
L’assessore esclude, tuttavia, che dalla vendita si possano ricavare risorse ingenti: “Per i puntellamenti stati spesi 200 milioni di euro – ricorda – che comprendevano progettazione, materiale, trasporto, manodopera. Una parte si è deteriorata, essendo passati undici anni, un’altra parte è stata utilizzata per le esigenze di urgenza. Quindi riusciremo a ricavarne qualche centinaia di migliaia di euro, se arriviamo a un milione sono contento ma non di più”.
Quello annunciato sarebbe il terzo bando, dopo il primo avviso esplorativo per raccogliere la “manifestazione di interesse da parte di operatori economici disponibili al servizio di stoccaggio e successivo acquisto” di tubi, giunti metallici, travi in ferro e tavolato di legno del 2013 e il secondo del 2016.
Eppure nessuno, in Comune, sembra riuscire a spiegare il motivo per il quale la vendita non è andata mai in porto, considerando che da quanto risulta a L’Aquila Blog, almeno nel primo caso a rispondere al bando furono ben quattro imprese.
Le aziende, che non escludono ricorsi qualora il Comune dovesse procedere con un nuovo bando ignorando i precedenti, non furono mai prese in considerazione dal Comune, che non diede seguito alle manifestazioni d’interesse con cui esse, rispondendo agli avvisi, si proponevano per l’acquisto e il riuso del materiale.
Sembra dunque essere stato l’ente a condurre su un binario morto l’iter di vendita, anche se per l’assessore alla Ricostruzione della precedente amministrazione di centrosinistra, Pietro Di Stefano, “l’avviso non ha trovato interesse” da parte delle imprese.
“Provai a insistere con le imprese ma l’operazione non andò mai in porto”, aggiunge ricordando come “nell’appalto per la ricostruzione della scuola De Amicis, ad esempio, inserimmo nell’offerta di gara l’importo per lo smontaggio e il riuso del materiale dei puntellamenti, quindi ci sarà un riuso virtuoso”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizi, che afferma addirittura che “la gara è andata deserta”. (m.sig.)