Università: l’ex Reiss Romoli diventerà un ecosistema dell’innovazione

di Marianna Gianforte | 02 Febbraio 2023 @ 05:31 | ATTUALITA'
reiss romoli
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L’AQUILA – L’ecosistema di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità per l’economia diffusa in Italia Centrale ‘Vitality, uno degli 11 ecosistemi di innovazione nazionali finanziati con i fondi del Pnrr, sarà ospitato all’interno dell’ex scuola superiore Guglielmo Reiss Romoli, la struttura fondata negli anni Settanta dalla Stet che, nella prima fase del post-sisma e della ricostruzione dell’Aquila, accolse per diverso tempo il rettorato e diversi reparti dell’università. Il progetto Vitality, presentato a luglio, è basato su un’organizzazione di tipo hub-spoke e interesserà Abruzzo, Marche e Umbria e metterà insieme 23 soggetti partecipanti, pubblici e privati. Tra i partner pubblici ci sono le nove università delle tre regioni: università degli Studi dell’Aquila (capofila), università degli Studi di Chieti e Pescara, università degli Studi di Teramo, università degli Studi di Perugia, università di Macerata, università degli Studi di Urbino Carlo Bo, università di Camerino, Università Politecnica delle Marche, Gran Sasso Science Institute. Come hub del progetto, l’università dell’Aquila ha il compito di interagire con il ministero e governare i flussi economici da distribuire agli spoke, ovvero le altre università coinvolte. Conta su uno stanziamento complessivo che sfiora i 120 milioni di euro.

A illustrare i dettagli dell’operazione sono stati, ieri mattina, in conferenza stampa nella sede del rettorato a palazzo Camponeschi, il rettore Edoardo Alesse, il prorettore vicario Roberto Cipollone e il direttore generale di ateneo Pietro Di Benedetto. Hanno partecipato anche i professori Bruno RubinoAntinisca Di Marco, Fabio Graziosi e Massimo Tivoli. Nel corso della conferenza stampa è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento di tutti i progetti finanziati nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza in cui è coinvolta l’università dell’Aquila. Tra le novità, l’annuncio dell’acquisto da parte dell’università, del 65% della proprietà dell’ex scuola Reiss Romoli, il centro di formazione internazionale fondato nel 1976 per iniziativa dell’allora Stet, che ha cessato le proprie attività nel 2009 e che, dopo il terremoto. L’ateneo aquilano ha acquistato, per una cifra di poco superiore a 4 milioni di euro, la proprietà dell’edificio sede del centro didattico-direzionale della vecchia scuola e di uno dei blocchi dove erano collocate le residenze, circa 12mila metri quadri, ai quali se ne aggiungono altri 30mila di terreni di pertinenza. 

La porzione acquistata sarà interamente riqualificata grazie anche ai fondi accordati all’università dell’Aquila dall’Agenzia per la coesione territoriale tramite un bando finalizzato al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno in contesti urbani marginalizzati. L’università ha partecipato con un progetto denominato ‘Accelerate’, che ha l’obiettivo di recuperare l’ex scuola superiore Guglielmo Reiss Romoli, in partnsership con il Comune dell’Aquila, il Cnr e Badel srl, la società proprietaria del complesso. In totale la cifra concessa dall’Agenzia per la coesione territoriale ammonta a circa 35 milioni di euro. Il progetto di riqualificazione sarà, dal punto di vista del consumo di suolo, a impatto zero, perché non prevede l’edificazione di nuovi edifici ma la ricostruzione e ristrutturazione di quelli esistenti. Lo studio di fattibilità è stato realizzato dall’università dell’Aquila mentre stazione appaltante per la gara europea sarà l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila.

Il docente di Telecomunicazioni al dipartimento di Ingegneria, scienze dell’informazione e matematica (Disim) Graziosi, che è anche presidente dell’omonima fondazione che coordina il progetto, ha spiegato che “gli ambiti di intervento di Vitality sono quelli emersi dalle analisi delle strategie di sviluppo regionale in termini di imprenditorialità e innovazione, che sono state fatte partendo dal presupposto che Abruzzo, Marche e Umbria hanno caratteristiche socio-economiche, urbane e territoriali che le accomunano. In Abruzzo si è operato sui macro ambiti della Salute, Automotive, Aerospazio e Cybersecurity, nelle Marche in quello della Qualità degli ambienti di vita e in Umbria su quello dei Materiali avanzati e innovativi”.

Vitality non è l’unico progetto finanziato con le risorse del Pnrr che vede la partecipazione dell’università dell’Aquila. C’è, infatti, anche Icsc,  il Centro nazionale di ricerca in High Performance Computing, Big data and Quantum Computing, le cui caratteristiche sono state illustrate dai professori Massimo Tivoli e Bruno Rubino, docenti, rispettivamente, di Informatica e Analisi matematica al DisimCoordinato dalla Fondazione Icsc, che conta 51 membri fondatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, provenienti dai settori pubblico e privato, dal mondo della ricerca scientifica e dell’industriail Centro opererà a servizio dei settori strategici space economy, clima, fisica fondamentale, smart city, astrofisica, ambiente ed è organizzato su una struttura che prevede un hub con diversi compiti, uno spoke infrastrutturale e dieci spoke tematici, dedicati alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico in aree di interesse strategico. L’Università dell’Aquila è affiliata agli spoke 5 (Environment and natural disaster, dove è co-leader insieme all’Università di Bari) e 9 (Digital Society and Smart Cities). Le attività potranno contare su un’infrastruttura di supercalcolo di tipo cloud datalake, grazie alla quale gli utenti, avranno a disposizione risorse di calcolo virtualmente illimitate attraverso un sistema integrato e distribuito su tutto il territorio nazionale.

Per quanto riguarda il progetto ‘SoBigData.it: Strengthening the Italian RI for Social Mining and Big Data Analytics’, presentato dalla docente di Informatica Antinisca Di Marco (Disim), ha l’obiettivo di rafforzare l’hub italiano della infrastruttura di ricerca europea SoBigData, coordinata dal Cnr-Isti e avente come obiettivo il sostegno alla ricerca innovativa e interdisciplinare di molteplici e complessi aspetti della società. SoBigData enfatizza il concetto di data science responsabile, considerando i valori etici come uno dei pilastri dell’uso affidabile delle analisi dei big data e delle tecnologie di intelligenza artificiale. UnivAQ è partner di progetto e creerà un nodo (data center) dell’infrastruttura di ricerca partecipando principalmente a tre laboratori tematici di ricerca: network medicine, Disaster response and recovery (valorizzando il lavoro fatto anche in ‘Territori Aperti’), Social Impact of AI and explainable machine learning.

“Quelli del Pnrr non sono i soli bandi in cui abbiamo ottenuti risultati positivi – ha sottolineato Alesse -. Infatti abbiamo partecipato con esito altrettanto positivo a numerosi altri bandi in ambito europeo, nel piano operativo per la salute, traiettorie 2, 3 e 5-Fondo sviluppo e coesione 2014-20 ed in collaborazione con le numerose aziende afferenti ai poli di innovazione Automotive, Ict/Spazio e chimico-farmaceutico in molte call nazionali e internazionali. Nell’ambito dei fondi complementari al Pnrr, utilizzando il modello ad hub e spoke, siamo inoltre parte della rete per la costituzione dei 4 centri di ricerca localizzati nell’area del cratere 2016-17 nei comuni di Rieti (economia circolare e salute), Teramo (sicurezza e tecnologie agroalimentari), Camerino (scienza e tecnica delle ricostruzioni) e Spoleto (fruizione dei beni culturali e ambientali)”.

 


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