Università, Ingegneria, Prof.ssa Paoletti: “50 anni fa grandi speranze, ora solo il deserto”
Dalla scarpinata lungo la Via Mariana al progetto Funivia, l’università di ingegneria 52 anni dopo
di Cristina D'Armi | 12 Marzo 2021 @ 06:30 | RACCONTANDO
L’AQUILA – L’Università di Ingegneria dell’Aquila oggi, un deserto morale. E’ quanto afferma a L’Aquilablog Domenica Paoletti, professoressa associata di Fisica dal 1980, dal 2000 professoressa Ordinaria di Fisica Tecnica e dal 2020 professoressa Onoraria. Aut 250pub.
“Prima c’era un senso di appartenenza che adesso non c’è più, per questo deserto morale. Un senso di appartenenza che si è andato a perdere anche perché, nonostante le lezioni siano tornate a Roio, i professori si trovano ancora alla Felix. C’era meno distacco tra professori e studenti. Prima i docenti si incontravano al bar, non era troppo difficile chiedere informazioni”.
Sono passati oltre 50 anni dalla nascita della facoltà di ingegneria dell’Aquila, 52 precisamente.
Dal 1969 ad oggi, nonostante gli intoppi quale ad esempio il terremoto del 2009, sono stati raggiunti moltissimi obiettivi. Tutto questo è stato possibile soprattutto a tutti i Docenti che, “con particolare attenzione e dedizione, hanno seguito i loro studenti fino al mondo del lavoro”, ha sottolineato a L’Aquilablog la Professoressa Domenica Paoletti. La facoltà di Ingegneria dell’Aquila nasce come corso biennale nel 1964 a Palazzo Carli. Due anni più tardi viene trasformata in corso quinquennale e nel 1969 viene trasferita a Roio grazie all’intervento dell’allora sindaco Tullio de Rubeis e al rettore Vincenzo Rivera. L’edificio di Monteluco fu costruito in epoca fascista come colonia montana”.
L’università di Ingegneria dell’Aquila era considerata la più alta d’Europa.
“Molti si opposero all’idea iniziale di un campus sopra la pineta di Roio per via della difficile posizione da raggiungere”, spiega la professoressa Paoletti. “Eppure il preside Schippa arrivava per primo, alle 7,00 di mattina stava già nel suo ufficio. Pur di non mancare a lezione, quando nevicava, ragazzi e docenti si incamminavano a piedi per la Via Mariana. E’ questo il senso di appartenenza che è venuto a mancare”.
Le lunghe scarpinate sembrano un lontano ricordo con il progetto della Funivia..
“Già allora si pensava ad una funivia come collegamento. Il progetto definitivo fu approvato anche dall’Unione Europea tramite la Regione. Parliamo del periodo in cui era rettore Bignardi, quindi intorno agli anni 2000. L’Unione Europea aveva stanziato 7miliardi di lire per poter realizzare la funivia che avrebbe dovuto collegare la facoltà con Porta Napoli. Ci furono problemi sulla gestione. L’allora rettore Bignardi pensava di trasferire nell’ex Istituto delle suore di Roio anche la facoltà di economia. La funivia, quindi, avrebbe dovuto trasportare altri 2 mila studenti oltre i 6mila di ingegneria. L’obiettivo era quello di creare un Politecnico che raccogliesse le facoltà di Ingegneria ed Economia. Nel 2003 e nel 2004 la Regione spingeva per questo progetto, poi fu interrotto perché si temeva che il politecnico avrebbe potuto spaccare l’unità dell’Università dell’Aquila”.
Con i fondi stanziati per la realizzazione di un Collegio diffuso l’idea di Campus non sembrerebbe poi così lontana.
“Esatto, sono stati destinati oltre 4miliardi del Restart per il collegio diffuso da collocare in una delle palazzine del progetto case di Roio. Ma non solo. L’idea del Campus sembrerebbe più concreta anche grazie al progetto di riqualificazione della pineta. Poi con il nuovo mezzo di trasporto si andrebbe incontro anche all’idea di mobilità sostenibile che si sta sviluppando nell’ultimo periodo”.
Tanti i progetti innovativi per il futuro ma il presente, in questa epoca di pandemia, come viene vissuto nella facoltà di Ingegneria?
“In questo periodo di Covid l’università si sta muovendo bene. Il rettore non ha mai lasciato il rettorato, anche da solo è sempre stato presente nel suo ufficio. Da subito l’università di ingegneria ha utilizzato la piattaforma Teems. Tale organizzazione ha permesso l’iscrizione di altrettanti studenti, nonostante il covid e le lezioni a distanza”.
L’Università di Ingegneria dell’Aquila, non a caso, ha un tasso di occupazione alto rispetto alla media nazionale grazie anche all’elevato indice di gradimento dei laureati che, ancora oggi si riscriverebbero allo stesso corso di laurea del nostro Ateneo.