Nella filiale di Palazzo Madama il senatore del Pd e i suoi più stretti familiari avevano la firma su dieci conti correnti caratterizzati da una movimentazione esplosiva: tre carnet di assegni spesso non bastavano a coprire la settimana
Tutto è cominciato a causa di una banale distrazione. Il 3 febbraio scorso M.S., addetto allo sportello dell’agenzia della Bnl interna al Senato, si trovava serenamente in ferie quando uno zelante collega ha notato sul suo tavolo la fotocopia di un assegno da mille euro emesso a favore dello stesso M.S. dal senatore del Pd Luigi Lusi. Il conto corrente era intestato alla Margherita. Poiché la fama del tesoriere del partito fondato da Francesco Rutelli era già abbondantemente nota, ufficio per ufficio quel documento ha scalato l’intera gerarchia della Bnl finché, giunto al vertice, non è stato ritenuto motivo di un’inchiesta interna. Dopo quasi due mesi di accertamenti, il 9 maggio scorso la relazione — ovviamente «riservata» — è pronta.
Dal punto di vista della banca, le notizie sono che il senatore Lusi teneva a libro paga il funzionario M.S., che M.S. rendeva piccoli servigi anche ad altri senatori del Pd, che certi suoi colleghi avevano omesso di vigilare e che il figlio del responsabile dei Servizi Clientela di quell’agenzia risultava assunto dalla società Milano 90, «che — recita il rapporto riservato — compare tra i più ricorrenti beneficiari dei bonifici diposti dal tesoriere Lusi». L’agenzia è stata opportunamente ‘bonificata’.
Quanto a Lusi, è chiaro che l’aver unto certi meccanismi bancari gli ha consentito l’ormai nota gestione allegra del denaro pubblico teoricamente destinato all’attività politica della Margherita. Non solo i cosiddetti «rimborsi elettorali», però, ma anche i soldi destinati al gruppo parlamentare. Davvero difficile pensare che nessuno sapesse.
Un’attività monstre, in effetti. Solo presso la Bnl di palazzo Madama, il senatore risultava essere infatti procuratore di ben dieci conti correnti intestati all’«Unione», all’«Ulivo», a un fondo «Pro terremotati Abruzzo», al «Comitato Cento Città Italia Nuova», a «Uniti nell’Ulivo per l’Europa» oltre che a lui stesso, a sua moglie Giovanna Petricone e a suo fratello Antonino Lusi, sindaco pd del paesino in provincia dell’Aquila da dove i Lusi hanno mosso i loro primi ed ampi passi, Capistrello. A questi si somma un undicesimo conto corrente aperto da Antonino Lusi e sua figlia Sara presso l’agenzia Bnl di Corso Trieste a Roma.
Una famiglia unita, i Lusi: lo si capisce dalla facilità con cui si cointestano vorticosamente i loro conti correnti. Su uno di quelli del fratello Antonino (n. 11211) vengono rilevate diverse «transazioni anomale»: 39 bonifici «a credito» per complessivi 535mila euro; 20 giroconti e due bonifici «a debito» per un totale di 546mila euro.
Nel triennio 2009-2011 Lusi stacca assegni per 5 milioni e 740mila euro, dispone bonifici per 25 milioni e 467mila euro, incassa contante per 893mila euro. Si capisce allora l’esigenza di ritirare da 3 a 5 carnet di assegni per volta, «ed in alcuni casi in un arco temporale ristretto (al di sotto dei 7 giorni)». La graduatoria degli ordinatari vede in testa la moglie di Lusi, con 169 assegni per un totale di un milione 169mila euro. Quanto ai bonifici, i beneficiari più ricorrenti sono: la società TTT Unipersonale, di Luigi Lusi, con 6 milioni 760mila euro; il quotidiano della Margherita, ora del Pd, Europa, con 2 milioni 357mila; la società Milano 90 dell’imprenditore Sergio Scarpellini, che affittò alla Margherita la sede romana di via Poli, con 2milioni e 142mila euro; la fondazione Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli, che ha incassato poco più di un milione di euro.Basta un caso, a volte, per imporre una svolta inaspettata alla storia. Una banale distrazione come lasciare una fotocopia sulla propria scrivania…
di Andrea Cangini, quotidiano.net