Udu L’Aquila: “Campomizzi unica soluzione possibile”. All’Emiciclo il punto sulla residenzialità universitaria

Andrea Frasca, Filcams Cgil: "Chiediamo di rinnovare Campomizzi per un altro anno accademico in attesa di soluzioni credibili"

di Alessio Ludovici | 09 Marzo 2023 @ 12:32 | POLITICA
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L’AQUILA – Una piattaforma sulla residenzialità universitaria e un documento firmato da ogni singolo studente residente in Campomizzi. E’ quanto consegnato stamani da una delegazione dell’Udu L’Aquila e di studenti di Campomizzi alla Commissione di Vigilanza del Consiglio Regionale d’Abruzzo presieduta da Pietro Smargiassi. Riunita proprio per dipanare le problematiche connesse alla residenzialità universitaria e alla struttura di Campomizzi.

Occasione anche per fare luce sull’impegno assunto dal soggetto aggiudicatore del riassorbimento delle 19 unità lavorative, precedentemente contrattualizzate dal vecchio gestore del servizio. Sul punto sono state ascoltate le sigle sindacali CGIL L’Aquila, UIL L’Aquila, CISL L’Aquila e UGL L’Aquila. Nelle prossime audizioni verrà ascoltata anche la presidente dell’Adsu, Eliana Morgante.

“E’ stato depositato il seguente documento di sintesi – spiega l’Unione degli Universitari dell’Aquila in una nota – e tutti gli studenti attualmente residenti in Campomizzi (che hanno infatti firmato e sottoscritto il documento) chiedono a gran voce il rinnovo della Campomizzi come residenza universitaria pubblica fino a che non sarà pronta una soluzione definitiva, in una posizione idonea e dotata dei servizi necessari”.

“Abbiamo deciso di ribadire con forza – proseguono gli studenti – che non siamo disposti ad accettare che L’Aquila perda per la prima volta completamente la residenza universitaria né che questa sia posta a Cansatessa, senza trasporti, senza mensa, senza servizi e con condominio e utenze a carico delle studentesse e degli studenti, come se si trattasse di appartamenti privati. Alla politica tutta, a livello regionale e comunale e alla città chiediamo di rispettare la vocazione universitaria dell’Aquila: non bisogna permettere che l’anno accademico 2023/24 cominci senza che ci sia la residenza universitaria e per il momento questa non può essere che a Campomizzi.”

L’intervista ad Andrea Frasca, segretario provinciale Filcams Cgil

 

DOCUMENTO UNIONE DEGLI UNIVERSITARI L’AQUILA SU CAMPOMIZZI E RESIDENZIALITA’

  • Protocollo Rossi e nuova Residenza Universitaria

La lunga e travagliata vicenda della caserma Campomizzi, dopo i primi anni di utilizzo determinati da atti emergenziali post-sisma, si è intrecciata con due importanti fattori, da un lato la ricostruzione della residenza universitaria e la programmazione e realizzazione di nuove residenze universitarie, dall’altro la definizione e riorganizzazione delle aree del demanio militare che ricadono sul territorio aquilano. 

A distanza di 14 anni dal sisma del 2009, di 9 anni dalla prima risoluzione della Regione Abruzzo, con la quale la Regione si impegnava a non lasciare senza residenzialità collettiva la città dell’Aquila, di oltre 5 anni dalla stipula del protocollo interistituzionale sul futuro della Caserma Rossi e di 4 anni dall’intesa attuativa, la città dell’Aquila, la sua Università, l’Adsu e le studentesse e gli studenti in realtà si trovano oggi a fare i conti, sui due diversi versanti, con: 

  • nessuna ricostruzione della Residenza Universitaria e nessuna realizzazione di nuove Residenze Universitarie, intendendo con queste le Residenze Universitarie pubbliche, rispettose delle normative nazionali del settore, di gestione alberghiero-collettiva e secondo i criteri di accesso per reddito e merito determinati dal Dlgs 68/2012 e dal Dpcm dell’aprile 2001 e s.m. 
  • un continuo valzer sulla destinazione dell’area della Caserma Rossi, nessun polo scolastico all’orizzonte, nessun progetto esecutivo del Demanio pubblico e delle P.A. sull’area. 

Dell’intero protocollo Rossi l’unica cosa che sarebbe in piedi ora e attuata da qui a poche settimane, sarebbe sostanzialmente la consegna delle Palazzine adibite a Studentato, dall’Adsu alla Difesa e la conseguente attività di “trasloco” oneroso della Officina Meccanica dell’Esercito dall’area della Rossi all’area della Campomizzi. 

Le studentesse e gli studenti, l’Università dell’Aquila, l’Adsu, la Città dell’Aquila, si ritroverebbero così nel 2023/2024 e dal 2023/2024 fino a tempo ignoto, senza alcuna Residenza Universitaria pubblica e a gestione alberghiero-collettiva, servizio essenziale per gli studenti bisognosi, aventi diritto e comunque in regola con il percorso di studi, il tutto per una totale incapacità, innanzitutto della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila, nonchè dell’Adsu che a questi due Enti si è affidata in questi anni per “programmare” la sua residenzialità futura.

Il tutto per spostare l’Officina Meccanica militare dall’area della Rossi e realizzarla proprio in corrispondenza della marginale e piccola area della Campomizzi a destinazione studentesca, pur avendo a disposizione un’immensa area militare nella contigua Caserma Pasquali. 

Dieci anni di puzzle e di valzer istituzionali, per produrre nessuna residenza, nessuna scuola, niente di niente, se non la chiusura delle palazzine studentesche. 

 

  • Campomizzi e ATER, soluzioni a confronto

A questa situazione fa da contraltare la “proposta ATER” fattasi largo negli ultimi mesi come “soluzione ponte” e che tuttavia a nostro avviso è del tutto insoddisfacente. Il complesso “Il Moro” sito in loc. Cansatessa presenta moltissime criticità che invece la Campomizzi, pur trattandosi di una caserma non certo nata per ospitare una residenza universitaria, non ha. 

Si elencano di seguito i vantaggi della campomizzi rispetto al complesso il Moro:

 

  1. Si localizza in una zona che permette alle studentesse e agli studenti di raggiungere i diversi poli universitari disseminati nella città. Nonostante un servizio di trasporto pubblico urbano non certo eccellente, la posizione di Campomizzi non esclude la frequentazione di alcun polo universitario essendo servita da più di 10 diverse linee dell’ama. Il complesso “Il Moro” dell’ATER è invece servito soltanto dalla linea 3 e 15. Dobbiamo inoltre considerare la facilità con cui può essere raggiunta la Campomizzi dalla stazione o dal terminal bus (sia Collemaggio che soprattutto quello sulla ss. 80): i fuorisede possono cioè raggiungere facilmente la Campomizzi anche dai propri comuni di residenza. 
  1. A pieno regime (utilizzando alla massima capienza tutte le 3 palazzine) permetterebbe a 360 studentesse e studenti di alloggiare e vivere nella città dell’Aquila, come accaduto fino all’evento pandemico. La soluzione ATER – ammesso che possa essere considerata residenza universitaria ai fini del computo dei posti letto regionali per i fondi FIS – prevederebbe la perdita di 160 posti letto, con impatto negativo sul FIS regionale, che viene attribuito ai sensi del DI 853/2021 anche in base al numero di posti letto. 
  1. Le attuali disposizioni per lo studente residente a Campomizzi e lo stesso ordinamento normativo per cui la struttura è considerata, per l’appunto “Residenza universitaria”,sono più favorevoli rispetto alla soluzione ATER, poiché le utenze vengono riconosciute da ADSU L’Aquila ed i canoni di locazione trattenuti dalla quota alloggio della borsa di studio. Presso Il Moro gli studenti dovrebbero pagare condominio e utenze. 
  1. La Residenza di Campomizzi è dotata del servizio mensa. Ciò rappresenta un vantaggio non solo per i residenti, ma anche per tutte le studentesse e tutti gli studenti provenienti dai diversi poli universitari e che vivono in luoghi dai quali è facilmente raggiungibile la struttura, oltre a garantire i livelli occupazionali (tramite mensa, portierato e pulizie). La struttura ATER non garantirebbe alcun posto di lavoro. 
  1. L’ipotesi Ater inoltre non si configurerebbe come residenzialità pubblica connessa all’insieme di norme tipiche del diritto allo studio universitario, ma come una simil-intermediazione per l’alloggiamento di studenti universitari in appartamenti di proprietà di terzi. 

Quindi cosa è l’Ater? 

L’Ater si configura dunque non come la soluzione che gli atti e gli annunci avevano promesso “prima di lasciare la Campomizzi”, ma come una “soluzione-farsa”, necessaria solo alla politica a fingere di aver assolto all’impegno di mettere in connessione diretta la riconsegna della Campomizzi alla Difesa solo a fronte della soluzione alternativa equivalente per la Residenzialità.  Una soluzione farsa perché, appunto, l’Ater è l’antitesi di una soluzione equivalente alla Campomizzi. 

Campomizzi perché?

La scelta della comunità studentesca di chiedere di restare nella Residenza Campomizzi è dovuta ad una moltitudine di fattori che, oltre ad esprimere le reali esigenze della comunità studentesca, denotano l’inefficacia del protocollo ATER e le sue grandi mancanze.

Innanzitutto considerando la formazione della struttura abbiamo disponibili 3 palazzine che in una situazione di piena domanda e richiesta, con ordinario bando nel mese di Luglio, soddisferebbe l’esigenza di più di 360 studentesse e studenti. Sempre all’interno di una delle palazzine (Pal.D), vi è la mensa garantendo quindi il pasto ai residenti e a tutte le studentesse e gli studenti frequentanti i diversi poli universitari della città.

Contrariamente Ater, non garantirebbe nulla di tutto ciò poiché sprovvista del servizio mensa e la somma totale di posti che prevede la struttura a piena richiesta è di 180-200, ben la metà.

Il posizionamento della residenza universitaria Campomizzi è in un luogo ben servito dal trasporto pubblico e con una varietà di linee che permettono alla comunità studentesca di raggiungere in breve tempo i poli universitari di Coppito e del centro città.

Il complesso di palazzine ATER invece si trova a Cansatessa, zona limitrofa solo ai poli di Coppito ma non per i poli del centro città. Inoltre a Cansatessa vi sono solo due autolinee per il servizio di trasporto pubblico le quali impiegherebbero più di 50min. per raggiungere il centro città.

Implicitamente si comprende che la posizione delle palazzine ATER è molto lontana dai luoghi di interesse della città, danneggiando quindi la vita e l’esperienza della comunità studentesca nella permanenza della città de L’Aquila.

Attualmente la comunità studentesca di Campomizzi non ha l’obbligo di pagare le utenze, bensì sono riconosciute dall’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari dell’Aquila, favorendo quindi l’ingresso delle studentesse e degli studenti.

Altro vantaggio che offre la struttura è che la normativa che la tutela le conferisce lo status di Residenza Universitaria, perché  le caratteristiche strutturali ed i servizi annessi come quello ristorazione, soddisfano i requisiti richiesti per definirla tale. Questo permette quindi alle studentesse e agli studenti di poter pagare un canone di locazione già riconosciuto nella quota alloggio della borsa di studio.

In modo totalmente opposto il complesso ATER non avrebbe le capacità strutturali per ospitare i servizi e di conseguenza non avrebbe nemmeno l’erogazione di tali servizi, facendo decadere la possibilità di Residenza Universitaria e creare un assetto identico a quello degli appartamenti in affitto.

Quindi ciò si tradurrebbe in un affitto a carico degli studenti insieme al pagamento di tutte le utenze e senza avere un servizio ristorazione. Non garantendo quindi il reale soddisfacimento del diritto allo studio.

Alla politica regionale chiediamo, insieme ai sottoscritti firmatari (studenti residenti in Campomizzi), di attivarsi per far sì che la popolazione universitaria possa rimanere in Campomizzi fino a che una soluzione definitiva per la residenzialità universitaria sia disponibile, dotata di tutti i servizi necessari. 

 

 


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