Trecentoventi anni di neroverde, il terremoto del 2 febbraio del 1703
di Alessio Ludovici | 02 Febbraio 2023 @ 07:50 | RACCONTANDO
L’AQUILA – Trecentoventi anni in nero e verde per L’Aquila. Il nero a rappresentare il lutto, il verde la speranza. E’ una delle eredità che ci rimane da quel 2 febbraio del 1703. Simboli che si ripetono costanti nella storia. La città dopo la scossa del 2 febbraio 1703, la scossa finale del “Grande Terremoto” con 2500 vittime nella sola città dell’Aquila, decise di cambiare i colori della città. Un evento sismico distruttivo, si stima superiore a quello del 6 aprile 2009. Il secondo evento di una serie di scosse che imperversarono nel centro Italia tra la fine del 1702 e l’inizio del 1703. Secondo l’Ingv il prezzo della catastrofe, sia in termini di vittime, quasi 10.000, che di ricaduta economica-sociale, fu enorme, e la sequenza è considerata uno dei grandi disastri sismici della storia italiana.
“Rovinò buona parte della città” scriveva Anton Ludovico Antinori nei suoi Annali, “e fu veduto in più luoghi aprirsi la terra; la terra continuamente esalava puzzolenti vapori, l’acqua nei pozzi cresceva e gorgogliava, gli acquedotti della città rimasero infranti, e per 22 ore la terra si sentì muovere”. Nella memoria della città rimangono tracce significative di quel giorno, il neroverde appunto, il racconto, molto noto, della morte di seicento persone nella sola San Domenico dove, proprio quella mattina, si celebrava messa per la Candelora. O, ancora, le ciambelle di San Biagio e il carnevale che può iniziare solo dopo il 2 febbraio.
La serie di eventi era cominciata in ottobre, con un sisma con epicentro stimato tra Norcia, in Umbria e Montereale, in Abruzzo. Una nuova replica il 14 Novembre 1702. Quindi il 14 Gennaio 1703 la prima grade scossa di magnitudo 6.8, che colpisce, e distrugge, Montereale con 800 vittime su circa 1000 abitanti. Il 2 febbraio, quindi, la scossa dell’Aquila. Territori che più di due secoli dopo si sono ritrovati interessati da una nuova devastante sequenza sismica.
Simbolo dei due sismi anche la Chiesa del Suffragio, le Anime Sante, edificata dopo il 1703 e simbolo di un vasto e lento programma di ricostruzione, come simbolo nel 2009 della città nuovamente ferita: “320 anni da allora” il ricordo del sindaco della città dell’Aquila, Pierluigi Biondi: “Siamo caduti e ci siamo rialzati di nuovo. La rinascita appartiene alla nostra terra, a ciascuno di noi.”