Marco Travaglio nel suo intervento di oggi “Roba da Chiodi“, in riferimento agli ultimi titoli del Corriere della Sera, esordisce con la “Massima solidarietà ai lettori del Corriere, costretti a esercizi enigmistici sempre più complicati per decrittare titoli e articoli”. E il riferimento è per:
Un altro titolo-sciarada da decodificare a pag. 15: “Una debolezza quella ragazza in hotel. Ma non l’ho aiutata al concorso”. Intervista allo sgovernatore d’Abruzzo, Gianni Chiodi, inquisito per truffa, falso e peculato, per lo scandalo della giunta granturismo che gira l’Italia con amanti aviotrasportate e alloggiate a spese nostre: notizia rivelata dal Fatto e mai ripresa dal Corriere. Che ora la fa commentare all’interessato senza citarla né citarci (“la debolezza del Governatore è spuntata dalle carte”: così, spontaneamente). Il noto statista teramano “sta soffrendo, la voce gli si incrina un paio di volte”, però “cita Terenzio e poi anche Gandhi cercando conforto nella letteratura”. La colpa naturalmente è dell’“ufficio regionale o della Ragioneria” che gli hanno rimborsato le spese della gentile accompagnatrice a sua insaputa. Come la segretaria di Cota con le mutande verdi. Ergo Chiodi è “amareggiato”: qualcuno (non si dice chi) ha fatto “pura macelleria: famiglie massacrate, carriere esposte al pubblico ludibrio, per un puro obiettivo politico: il 25 maggio in Abruzzo si vota”.
“E il direttore del Fatto, com’è noto, sarà candidato contro di lui.”- chiosa ironicamente Travaglio- “Ma questo il Corriere non può dirlo, perché il Fatto è innominabile. Un po’ come con lo scandalo De Girolamo: le notizie, o le dà il Corriere, oppure “spuntano”.