Toluene nell’acqua, Federici: Gsa denuncia? Vogliamo solo risposte
La segretaria regionale di 'Cittadinanzattiva', Paola Federici, risponde all'annuncio del presidente di Gsa Piccinini di denunciarla per diffamazione: "Stiamo soltanto cercando di ricostruire i fatti, faremo nuovo accesso agli atti"
di Marianna Gianforte | 25 Luglio 2022 @ 06:06 | ATTUALITA'
L’AQUILA – ‘Cittadinanzaattiva Abruzzo’ pronta a esercitare un nuovo accesso agli atti. Servono ulteriori dati, documenti e informazioni da parte dell’Arta (l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, che non ha risposto ancora alla precedente richiesta di accesso facendo scadere i 30 giorni di tempo previsti dalla normativa), della Asl e della Gran Sasso Acqua – ossia le tre società che hanno la competenza nella gestione del servizio idrico e di tutta la filiera della sicurezza dell’acqua potabile – che, a vario titolo, sono chiamate a intervenire sull’episodio dello sversamento di toluene avvenuto l’8 giugno. Sversamento che si è verificato nel corso dei lavori per il rifacimento della segnaletica effettuati da Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, effettuati per 100 metri. Una situazione sulla quale sia l’associazione ‘Forum h2h’ sia ‘Cittadinanza attiva’ hanno sin da subito chiesto chiarezza, alla luce soprattutto del panico generato tra la popolazione, che la sera dell’8 giugno prese d’assalto i pochi supermercati aperti per fare scorta di bottglie d’acqua. E che rischia di finire nelle maglie delle “vie legali”, in quanto il presidente della Gran Sasso Alessandro Piccinini ha annunciato che sta per depositare una denuncia per diffamazione che sarebbe stata perpetrata a mezzo stampa dalla segretaria regionale di ‘Cittadinanza attiva’ Paola Federici nei confronti della Gsa.
Federici ribadisce che “‘Cittadinanzaattiva’ ha semplicemente risposto alle domande poste dai cittadini” che dopo la pubblicazione dell’ordinanza con la quale il sindaco dell’Aquila, il 9 giugno, vietava l’utilizzo a fini alimentari dell’acqua in tutto il territorio del Comune servito dalla sorgente del Gran Sasso per “non potabilità” (revocata alcune ore più tardi, dopo l’arrivo dei risultati di ulteriori analisi), sono andati nel panico
‘Cittadinanzattiva’, organizzazione nata nel 1978 “con lo scopo di promuovere l’attivismo dei cittadini impegnati per la tutela dei diritti delle persone e la cura dei beni comuni”, tramite la segretaria regionale Federici, ha infatti posto, con un articolato comunicato stampa, una serie di quesiti, rivolti – oltre alla società di gestione del servizio idrico, Gran Sasso Acqua – anche a tutte le entità coinvolte nella vicenda: Asl e Arta in modo particolare.
Quest’ultima, tra l’altro, non avrebbe ancora risposto (hanno invece con puntualità comunicato i documenti e i dati richiesti Asl e Gsa) alle richieste di accesso agli atti poste dall’associazione, facendo scadere i 30 giorni di tempo. Quesiti che sono sorti proprio dalla lattura dei dati comunicati dopo la richiesta di accesso civico da parte di ‘Cittadinanza attiva’. Tra i quesiti ‘attenzionati dal presidente di Gsa Piccinini, che ha appunto deciso di procedere per le vie legali nei confronti della rappresentante legale di Cittadinanza Abruzzo, Paola Federici, e non nei confronti dell’organizazione, ci sono i seguenti: 1. quali sono i contenuti del protocollo stabilito tra Asl, Arta e Gsa (ai quali fa riferimento anche il presidente Piccinini nella sua nota alla stampa, ndr)? 1. Perché nonostante si tratti della stessa acqua, la Gsa ha adottato una procedura differente dalla Ruzzo Reti? 3. C’è sicurezza che non ci sia stata immissione in rete di acqua contaminata? Come mai Gsa affida proprio in data 8 giugno (giorno dello sversamento di Toluene, ndr) ad Astra il ‘Servizio di campionamento e analisi sulle acque destinate al consumo umano captate dalla sorgente del Gran Sasso d’Italia’? 5. Non è chiaro – si legge in un altro quesito di ‘Cittadinanzattiva’ – con quale esito di analisi è stata revocata l’ordinanza di non potabilità.
“Rinnoveremo l’accesso civico, implementandolo con altre richieste – conclude Federici – per avere risposte più complete rispetto alle precedenti”, che non hanno risolto molti dubbi, e con l’unico intendo di perseguire la verità dei fatti e la “trasparenza dei fatti”.