Gli atti, con i quali Inps e Inail avevano disposto l’immediato recupero degli sgravi fiscali e contributivi riconosciuti dalla legge 183 del 2011 alle imprese localizzate sul territorio colpito dal terremoto, sono stati annullati da una sentenza del Tar.
Al ricorso, presentato al Tribunale amministrativo dalla Gran Sasso Acqua e dalle associazioni di categoria delle imprese locali, è seguita una sentenza che, ad oggi, si configura come il primo passo avanti dei Comuni del cratere che intendono contrastare la restituzione al 100% delle tasse sospese a seguito del sisma del 6 aprile 2009.
Gli istituti previdenziali infatti, grazie all’emendamento firmato da Gianni Letta, l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, avevano deciso di non concedere l’abbattimento al 40% previsto dalla legge di stabilità per il 2012.
Il tutto a causa di una presunta infrazione alla disciplina degli aiuti di Stato sollevata dal ministero del Lavoro, all’epoca retto da Elsa Fornero, dopo la notifica dell’agevolazione alla Comunità europea, che ne sta ancora valutando la compatibilità.
Dalla sentenza, l’immediato recupero, peraltro integrale, risulta essere illegittimo, perché non è mai stata dichiarata in via definitiva l’illegalità dell’agevolazione concessa sotto forma di riduzione degli oneri fiscali e contributivi.
Inoltre, essendo disposta l’agevolazione con atto avente forza di legge, il rimborso al 100% delle tasse costituisce una violazione dei generali principi del legittimo affidamento e di proporzionalità. Se anche lo Stato è contravvenuto al divieto di concedere aiuti di Stato prima della notifica dell’aiuto all’Europa, doveri di lealtà procedimentale imponevano di considerare la situazione maturata in capo ai contribuenti che in buona fede avevano beneficiato delle agevolazioni.
Sono 7 mila le “partite Iva”, tra imprese e professionisti, e “l’immediata restituzione” rischia di depredare il territorio dell’Aquila e del cratere di circa mezzo miliardo di euro.