Teatro, Giornata mondiale: Costarelle, recitazione per rieducazione detenuti
di Cristina D'Armi | 27 Marzo 2021 @ 07:30 | ATTUALITA'
L’AQUILA – Il 27 marzo ricorre la Giornata Mondiale del Teatro, istituita nel 1961 a Vienna nel corso del IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro, su proposta del drammaturgo finlandese Arvi Kivimaa. Dal 2014 si celebra anche la Giornata Nazionale del Teatro in Carcere su iniziativa del Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere e del Teatro Aenigma.
Il Teatro in carcere si configura come un’attività che aiuta la riscoperta delle capacità e delle sensibilità personali, oltre ad essere un motivo di svago e passatempo per i detenuti reclusi nelle celle carcerarie. Con i laboratori teatrali, i meccanismi relazionali basati sulla forza, sul controllo e sulla sfida, lasciano posto allo scambio e alla condivisione.
Sono sempre più numerose le compagni teatrali che collaborano con la case circondariali.
Per l’occasione, L’Aquilablog ha intervistato Alessandra Amicarelli, marionettista, scenografa, regista. Nata a Milano ma di origini aquilane, Alessandra è una professionista nazionale ed internazionale. Dopo aver prestato servizio per diversi anni nel carcere di Charleville Mezieres, nota cittadina a nord della Francia e capitale mondiale dei teatri di marionette, ha deciso di tornare nella terra dei suoi genitori. Alessandra ha tenuto diversi laboratori all’interno del carcere di massima sicurezza dell’Aquila “Le Costarelle”, ma anche nel carcere per i minorenni presso l’Istituto penale Ferraris. Due esperienze diverse, ma con un unico obiettivo: aiutare i detenuti, grandi o piccoli che siano a ritrovare il proprio potenziale. Con i più piccoli ha costruito delle maschere in cartapesta, con gli adulti, mentre, si è occupata di un corso di formazione professionale per i mestieri dedicato allla scenografia. Il teatro – racconta Alessandra- è anche un modo per mantenere un contatto tra il mondo esterno ed il mondo interno. Sono stati infatti realizzati diversi spettacoli.
Un’esperienza creativa e formativa che ha arricchito non solo i detenuti, ma la stessa Amicarelli che ha visto con i suoi occhi la dura realtà delle carceri e quanto sia necessario nutrire il tempo e lo spazio della detenzione con progetti culturali che offrano punti di vista diversi ai detenuti.