CHECKMATE Checkmate! Il tuo approccio agli scacchi inizia dalle aperture? Stai sbagliando
Quando si parla di scacchi è conoscenza comune che studiare le aperture porta a una performance migliore, ebbene, questa considerazione secondo alcuni studi è sbagliata. Infatti, per poter migliorare bisogna – in primis – imparare a visualizzare i pezzi sulla scacchiera.
Nell’ultimo campionato del mondo una persona ha chiesto, ironicamente, a Magnus Carlsen: “Come si muove il cavallo?”
Qualcuno ha riso, altri – giornalisti più seri ma che hanno fatto in altre occasioni domande più futili – no. Ma il punto è fermo, il cavallo è uno dei pezzi più difficili da visualizzare e capirne il movimento rende il proprio gioco migliore.
Se stai pensando “E che ci vuole, si muove a L, due passi + uno” hai ragione, ma si intende la capacità di saperne visualizzare i movimenti dopo che l’avversario ha mosso più volte.
Questa difficoltà a visualizzare i pezzi su scacchiera si dimostra nel fatto che è raro ci siano tornei che non vedano almeno una forchetta di cavallo. Si pensi al ben noto octopus knight che è passato alla storia come una delle partite immortali e dalle quali imparare.
Secondo gli studi di Messa e Chase “i giocatori migliori sappiano effettivamente ricordare e riprodurre le posizioni dei vari pezzi sulla scacchiera meglio dei giocatori più deboli, ma solo quando queste posizioni riproducano effettive situazioni di gioco, cioè dotate di senso. I buoni giocatori non mostrano performance migliori nel ricordare posizioni casuali dei pezzi sulla scacchiera o materiale non scacchistico”.
16 Dicembre 2022, @05:12