Dopo il clamore dell’annuncio del primo ciak del film sulla storia della notte passata in albergo, il Fatto Quotidiano torna in edicola con un articolo di Antonio Massari, Chiodi, l’incubo di film e foto prima delle elezioni.
Un uomo e una donna entrano in un hotel. Si tengono per mano. “Abbiamo prenotato”, dicono alla reception. Gli rispondono: “I vostri nomi?”. “Gianni Chiodi e Letizia Marinelli”. “Prego, ecco le vostre chiavi, camera 114”. Poi il ciak: è la prima scena di Una camera per due, il “film documentario” prodotto da Giuseppe Marrocchi e diretto da Giovanni Volpe che, prima ancora di essere sullo schermo, ha già battuto il record di gossip, scontri aperti e sotterranei, imponendosi come l’arma impropria più temuta dal centrodestra nell’imminente campagna elettorale.
Lo chiediamo con schiettezza: “Marrocchi, ma cos’è questa, un’estorsione?” “No, perché non ho cercato né Chiodi né altri, né intendo fermare la produzione”.
Le prime indiscrezioni: sarà un film a luci rosse. “Assolutamente no”, commenta Marrocchi, che con scoop veri e falsi, nel mondo del gossip e della politica, ha un nome ormai famoso e legato a una vecchia vicenda, che lo vide protagonista di un’intervista a una donna che raccontava – falsamente, come fu poi ricostruito – di donne amate da Gianfranco Fini. In questa vicenda Marrocchi fu indagato, e poi archiviato, per tentata estorsione. Ora ha investito i suoi soldi inun “film verità” – questa è la sua definizione – per ricostruire lo scandalo che vide Chiodi dormire con Letizia Marinelli – a spese del contribuente secondo l’accusa – nella camera 114 di un hotel romano con vista sul Pantheon. Poi Marinelli fu nominata, proprio dalla giunta guidata da Chiodi, consigliera di Parità.
UN FILM che probabilmente (anche se Marrocchi assicura che andrà fino in fondo) non vedrà mai la luce. Per molti motivi. Il forfait di due protagoniste, innanzitutto, e cioè la stessa Letizia Marinelli e Miriam Loddo, nota più per i suoi scandali nelle notti ad Arcore, che per le sue qualità di recitazione.
La prima, dopo aver accolto Marrocchi e la sua troupe dentro il palazzo regionale, ha fatto sapere che del film non vuol più sentirne parlare. La seconda – a detta di Marrocchi – ha rinunciato alla parte pochi giorni fa. E la vicenda si fa sempre più dura di ora in ora. Grave, per esempio, che su Facebook Marrocchi abbia aggredito verbalmentela cronista di l’Aq u i l a b l o g , Maria Cattini, molto critica verso l’operazione del film, postando persino la foto di una pistola. Ma è lo stesso Marrocchi a denunciare di aver subìto, da quando si occupa di “una camera per due”, la “foratura di quattro ruote” e diverse “minacce telefoniche”. Il punto della vicenda, però, diventa sempre più politico, considerato che la campagna per le Regionali è appena iniziata e vede Chiodi confermato come candidato del centrodestra. Marrocchi è in possesso di fotografie – “non scattate da me, ma da un mio collega, che me la ha girate come documento per il film che ho intenzione di girare” – che vedono Chiodi abbracciato a una candidata alle prossime Regionali. Il Fa t to Quotidiano ha potuto verificare l’esistenza di queste fotografie: riprendono un abbraccio con bacio, in un luogo pubblico, che potrebbe essere anche frainteso con un’effusione. Il Fatto ha anche verificato che, l’esistenza di queste fotografie è nota allo stesso Chiodi e al suo staff. Ambienti vicini al presidente commentano: “Chiodi in queste settimane ha salutato centinaia di persone, con centinaia di abbracci, donne incluse, ma si tratta solo di un saluto, si sono abbracciati, niente di che. Spero che non si tratti di un fotomontaggio. Erano per strada. In un luogo pubblico. Chi potrebbe mai pensare di lanciarsi in effusioni davanti a tutti?”. Il punto però è un altro. L’eventuale pubblicazione di queste fotografie, anzi la loro semplice esistenza, rischia di condizionare la campagna elettorale di Chiodi, non meno del film sulla storia con Marinelli. Una storia che, racconta Marrocchi, non si limita alla relazione extraconiugale ma anche a un’inchiesta sull’amministrazio – ne regionale di questi ultimi 5 anni sul tema delle pari opportunità. “È vero – conferma la Marinelli – gli ho detto che non mi hanno messo nelle condizioni di lavorare, ma gli ho raccontato solo fatti, non conosco le motivazioni per cui ho avuto questi problemi”. Al film parteciperà? “Ho incontrato il regista e Marrocchi perché era necessario che comprendessi come si volevano muovere, anche perché pensavo ai miei bambini, e mi hanno proposto un’intervista verità di tre minuti: ho risposto che l’avrei rilasciata solo dopo la visione della sceneggiatura e dopo aver verificato che il contesto non mi avrebbe danneggiato. Non ho avuto alcuna rassicurazione e, se non rispettano le mie condizioni, non avranno alcuna intervista”.