di Lorenzo Petrilli – E adesso fate rinascere la città. Il colpo più grande è arrivato. Si è suicidato un uomo in pieno Centro Storico. Nella sua casa, quella che come tante, da troppo tempo, é inagibile, morta, crollata. Morte porta morte. E adesso che l’equazione è compiuta, che tutti i ladri, gli accattoni, gli affaristi (in queste categorie sono compresi i politici di maggioranza che perdono troppo tempo), hanno portato per loro colpa al suicidio del Prof. Rocco Pollice, la smettano e pensino a fare le persone serie.
Rocco Pollice credeva molto nei Giovani e nella citta dell’Aquila. Pensava che la sua città non era più quel luogo dove le persone, i ragazzi, potevano incontrarsi, parlare, scambiarsi opinioni o informazioni.
Ormai tutto si racchiude in piccolissimi spazi in cui i Giovani possono solo bere alcol.
Parlava di un senso di galleggiamento il Prof. Pollice. Galleggiamento che portava i ragazzi, ma più in generale tutti, a non capire dove andare e perché. Parlava di “esilio esistenziale” in cui le persone si ritrovano forzatamente senza avere la possibilità di vivere la vita che avrebbero potuto e voluto vivere.
E lasciate perdere lo scarica barile che a volte è anche nel giusto, per favore basta lamentele, basta intrallazzi e pagliacci che cercano di accaparrarsi qualche migliaio di euro. Se nel mucchio c’è ancora qualcuno onesto, bé , allora che allontani i cretini perché per colpa loro oggi si è suicidato prima ancora che un grande Professore, un grande uomo.
Per colpa vostra Rocco Pollice si è sparato. Lo ha fatto nella sua casa che dopo cinque anni è ancora inagibile.