di Matilde Albani, L’Editoriale – “Andiamo spediti, e i problemi di ritardo, non ne vedo”. Non prende in considerazione altri futuri “imprevisti”, il presidente della Gran Sasso Acqua, Americo Di Benedetto, nonostante debba ancora arrivare il pronunciamento del Tar previsto per il prossimo 12 febbraio. Finora le opere del più grande intervento del post terremoto per ripristinare i servizi (già finanziati) per l’asse centrale, non sono ancora partiti. I lavori del primo lotto, da 30 milioni di euro, con la Gran Sasso acqua ente appaltatore, se li era aggiudicati l’Ati costituita dalla Taddei spa, la Edilfrair spa, entrambi locali, e la Acmar di Ravenna, nulla è partito, però, perché l’esclusa Alma Cis del gruppo Marramiero, ha presentato una serie di osservazioni ed ha fatto ricorso al Tribunale Ammnistrativo Regionale. Quello che la Gran Sasso Acqua non avrebbe indicato sarebbero le responsabilità di “sorprese geologiche”.
Tutto questo però, secondo Di Benedetto, non avrebbe alcun significato perché “la relazione geologica è stata approfondita ed è stata disposta una relazione preliminare”. La stessa relazione, secondo il Presidente, parlerebbe chiaro, vale a dire che le responsabilità di ciò che si trova o non si trova, quando si inizierà a scavare, le prenderà chi si è aggiudicato il tutto. Lo scenario però rimane aperto. Con l’eventuale sospensiva, i lavori per i sottoservizi, non potranno partire neanche a fine primavera. Ascoltiamo l’intervista…
[vsw id=”hGHIAep2X8U” source=”youtube” width=”425″ height=”344″ autoplay=”no”]
Servizio e testo Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio