Sottoservizi ai raggi X, la relazione della V commissione per sbloccare l’opera

di Alessio Ludovici | 21 Dicembre 2021 @ 18:06 | POLITICA
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L’AQUILA – Una corposa relazione che ha trovato ampia condivisione tra tutte le forze politiche e anche tra i portatori di interesse, Gsa in primis, e una proposta di nuova convenzione tra Comune e Gsa per superare le criticità dell’opera, redatte dai consiglieri comunali Americo Di Benedetto e Paolo Romano, con la fattiva collaborazione del consigliere Ferdinando Colantoni. Questo il risultato del lavoro della Quinta Commissione, riunita oggi pomeriggio. Ora sarà il consiglio comunale, a cui saranno sottoposte come mozione, a esprimersi in merito.

Riavvolgiamo il nastro. Giustino Masciocco, Presidente della V Commissione consiliare, aveva iniziato negli scorsi mesi una serie di audizioni sui sottoservizi. A monte di questo lavoro una relazione della stessa Gran Sasso Acqua, stazione appaltante dei sottoservizi, che poneva in seria discussione la possibilità di proseguire l’opera così come immaginata. I sottoservizi sono arrivati a un momento critico per i costi, le interferenze causate dal progressivo reinsediamento del territorio coinvolto, i costi per soddisfare le opere provvisorie dei gestori di reti. Da qui anche le ipotesi di rivedere completamente il progetto, eliminando i tunnel in favore di una “polifora depotenziata” con scavi limitati e disagi ridotti. Scelta che comporterebbe la risoluzione dei contratti in essere e l’apertura di probabili contenziosi con gli aggiudicatari. Scelta che, inoltre, saprebbe anche di sconfitta considerato l’impatto altamente innovativo e strategico dello smart tunnel.

L’appalto dei sottoservizi – si ricorda nella relazione – è stato suddiviso in due stralci per un importo di euro 80.000.000, 37.540.000 per il primo stralcio quasi concluso (mancano tre strade) e  42.460.000 per il secondo stralcio praticamente inattuato. 

La commissione si è concentrata soprattutto sul secondo stralcio suddiviso in 5 lotti funzionali. Di questi è partito solo il secondo lotto del secondo stralcio, denominato “Quarto San Giovanni – San Marciano” in cui si ritrovano le criticità enormi già emerse nel primo:

  • Rinvenimenti archeologici: “oggi si contano n. 140 rinvenimenti archeologici, con la conseguente necessità di indagini, rilievi e ottenimento autorizzazioni da parte della competente Soprintendenza e di reperimento delle risorse in grado di dare copertura agli oneri aggiuntivi ai contratti e ai computi metrici estimativi sottoscritti. Oltre alle conseguenze economiche, i rinvenimenti archeologici comportano un impatto sui tempi di esecuzione dei lavori.”
  • Le interferenze e i by-pass degli Enti gestori: “Le infrastrutture interferenti sono quasi totalmente in esercizio e come tali sono utilizzate ai fini dei riallacci degli aggregati ultimati. Per eseguire la cantierizzazione dei lavori dei Sottoservizi sulle viabilità del Centro storico cittadino è necessario provvedere alla inertizzazione preventiva delle reti in esercizio e alla realizzazione di bypass provvisori. Tale attività viene eseguita dalle Società di gestione delle reti interferenti ed è a titolo oneroso.” Sono da evidenziare da un lato le tempistiche per l’ottenimento dei preventivi richiesti da GSA alle società di gestione competenti e le risorse a copertura degli spostamenti e della realizzazione di Bypass. Gli accertamenti sulle interferenze con pubblici servizi presenti lungo il tracciato interessato dall’opera con le relative proposte di soluzione e correlati prevedibili oneri finanziari, dovrebbero essere obbligatoriamente eseguiti fin dalle fasi preliminari della progettazione, come esplicitamente richiesto all’art.18 c.1 lett. b) del DPR. 207/2010. Peraltro l’art.58 comma 3 del DPR. 207/2010 prevede che in sede di conferenza dei servizi vengano acquisiti i pareri sulle proposte di soluzione delle interferenze. Nei casi in cui i progetti allegati ai contratti di appalto risultino carenti sia del rilievo che della risoluzione delle interferenze bisogna prendere atto dell’esistenza di un problema tecnico che non permette un approccio sistematico ed efficace nella conduzione del lavoro. In particolare la previsione cronologica delle fasi da eseguire e delle aree da cantierizzare potrebbe non essere la migliore non avendo la conoscenza della modalità di risoluzione delle interferenze presenti. E’ necessario in tali casi concordare con l’impresa appaltatrice la conduzione di una intensa campagna di rilievo dei sottoservizi esistenti tramite georadar che consenta una progettazione sistematica della risoluzione di ciascuna interferenza.”
  • Gli edifici non adeguatamente messi in sicurezza insistenti sui tratti oggetto di cantierizzazione: la presenza di tali edifici ai margini delle strade non consente l’esecuzione degli scavi nel rispetto delle normative di sicurezza.
  • Il problema maggiore sembrerebbe essere comunque il disagio arrecato alla cittadinanza che ha visto dal sisma 2009 un graduale ripopolamento e una ripartenza delle attività produttive e commerciali in centro storico notoriamente però presenti in concentrazione maggiore sul cosiddetto asse centrale. “La problematica comporterebbe l’incremento delle necessità di transiti pedonali e carrabili dei residenti, unitamente a quello dei mezzi preposti alla ricostruzione privata, con consequenziale necessità di frazionare ulteriormente le fasi previste e già autorizzate per l’esecuzione delle opere.”
  • I ritardi nell’acquisizione delle autorizzazioni alla cantierizzazione e delle Ordinanze di modifica della viabilità comunali da parte della GSA e dei soggetti affidatari dell’appalto infrastrutturale. Sembra ormai non rinviabile l’individuazione di una struttura composta da membri del Comune e della GSA che possa operare in termini di cantierizzazione, emissioni di pareri e nullaosta oltre che di ordinanze, in modo definitivo e con tempi compatibili con le previsioni contrattuali.
  • I pareri della Gran Sasso Acqua S.p.A sugli estendimenti della rete gas per allacciamenti di utenza gas in centro storico per effetto dei rientri negli edifici ricostruiti: è un elemento di ‘tutela’ per la stazione appaltante, ai fini del contenimento della spesa nei confronti dei costi di spostamento delle reti interferenti, è un elemento di traslazione in avanti del rientro dei cittadini nelle proprie abitazioni nonostante l’avvenuta ricostruzione. 

Il secondo stralcio, si ricorda nella relazione è stato appaltato ormai 5 anni fa ma la soluzione di passare alla polifora non convince neanche i tecnici. Era stata l’Enel, e lo si ricorda nella relazione, a far notare che “la posa dei cavi di media tensione Enel all’interno della polifora dei sottoservizi presenta problemi notevoli”.

Il Lotto 5 – Viale della Croce Rossa e la condotta hub del gas

L’altro grande problema è sul lotto 5, quello che interessa via della Croce Rossa. Qui il problema è con  2iReteGas per la presenza di una “condotta del gas che alimenta l’approvvigionamento della maggior parte della città. Dalla relazione fatta in sede di Commissione dal dott. Roberto Bastianelli in rappresentanza della 2iReteGas è stato inviato al Comune dell’Aquila prima nel 2018 e ancora nel 2020 una proposta di variante progettuale che potesse andare incontro alle esigenze attuali del contesto cittadino, senza un ulteriore dispendio di risorse né per l’amministrazione comunale né per la Gran Sasso Acqua. Ad oggi manca ancora l’autorizzazione alla modifica presentata e la possibilità per la GSA di poter studiare con la ditta aggiudicataria la soluzione tecnica in grado di far iniziare velocemente i lavori.”

Le proposte della V Commissione

I commissari vorrebbero intervenire sia sul metodo che sul merito dell’opera. Sul metodo si pensa ad una sorta di conferenza di servizi permanente “quale struttura dedicata alla realizzazione delle reti dei sottoservizi, una vera e propria dedicata Struttura di Missione per i Sottoservizi, in grado di rilasciare i nulla osta seduta istante ogni qualvolta ce ne sia bisogno, vale a dire che un rilascio concreto nell’arco delle 24 ore.”

Sulle interferenze l’idea è snellire le procedure per i gestori e, per quando riguarda gli aspetti economici, chiedere le maggiori risorse che “emergono dalle criticità relative all’interferenze” alla Struttura Tecnica di Missione Sisma 2009, come costo aggiuntivo per la realizzazione dell’opera infrastrutturale. 

Si pensa inoltre di proporre un terzo stralcio di sottoservizi riguardante periferie e frazione. “La proposta emersa anche nelle sedute della V Commissione consiliare di Vigilanza e Controllo prende spunto da uno studio svolto dal DICEAA dell’Università degli studi dell’Aquila in virtù di una specifica convenzione stipulata con Gran Sasso Acqua S.p.A. per la redazione di una “Analisi della coerenza tra la rete fognaria periferica della città dell’Aquila ed il sistema di sottoservizi 1° e 2° Stralcio, finalizzato alla redazione di un piano progettuale di supporto alla possibile definizione del sistema dei sottoservizi”. In questo modo si riuscirebbe a superare “l’incongruenza tra il sistema di sottoservizi e la rete fognaria periferica della città dell’Aquila” e si manterrebbe ove possibile e nella misura possibile la separazione delle acque nere dalle bianche come succede per i primi 2 Stralci.

Nodale, poi, la questione delle tempistiche, ad oggi di 18 mesi dall’inizio del cantiere, totalmente illusorie. La proposta quindi è di rivedere questi termini e a dare la possibilità alla GSA di verificare la disponibilità delle ditte aggiudicatarie a venire incontro a questa attuale esigenza.

In generale si vuole mantenere l’impianto a Smart Tunnel quale elemento strategico della città, su questo era stato in particolare Americo Di Benedetto ad insistere. Infine ci sono i costi di gestione, stimati solo per le realizzazioni riguardanti il 1° stralcio, in circa euro 438.000 annui ancora non regolamentati peraltro. 

Sarà quindi il Consiglio comunale a deliberare i criteri di indirizzo dell’Amministrazione ed i vincoli attuativi per la realizzazione dei nuovi sottoservizi. Quello che chiedeva Gran Sasso Acqua era proprio questo, un atto politico forte che ora, sembra essere arrivato. Soddisfazione per i lavori della Commissione ha espresso oggi anche il vicesindaco Raffaele Daniele. Il consiglio comunale dovrà inoltre approvare il nuovo schema di convenzione tra Comune e GSA e dare quindi l’indirizzo di rivedere tutti i progetti con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni delle interferenze, sostituire l’installazione del tunnel con sistemi meno invasivi laddove necessario e rideterminare economicamente e cronologicamente i contratti esistenti. L’assise dovrà inoltre esprimersi sulla variante di viale della Croce Rossa proposta da 2iReteGas e dare l’indirizzo di mantenere la previsione dello Smart Tunnel lungo le viabilità principali e almeno sull’anello esterno costituito da Via XX Settembre, Viale Croce Rossa, Via Strinella.


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