Sindaci dell’Aquilano chiedono tamponi obbligatori per sanitari e soggetti a rischio

di Redazione | 27 Marzo 2020 @ 09:21 | ATTUALITA'
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SCOPPITO – Eseguire il tampone a tutti gli operatori sanitari, a tutti gli addetti ai servizi essenziali in contatto con il pubblico, in particolare al personale dei supermercati e delle farmacie, e ai soggetti incaricati all’interno delle famiglie di provvedere all’approvvigionamento dei beni di prima necessità e dei farmaci, almeno nelle aree dove si verificano contagi diffusi.

Sono le richieste avanzate dai sindaci dell’Aquilano, di cui si è fatto portavoce il primo cittadino di Scoppito Marco Giusti, che ieri ha registrato due persone risultate positive nel proprio paese.

In una missiva inviata al direttore generale della Asl provinciale, Roberto Testa, “nel sottolineare il grande sforzo che le istituzioni tutte, e in particolare le strutture sanitarie, stanno sostenendo in questo difficile momento”, Giusti fa notare “che il compito di noi sindaci sia quello di non lasciare nulla di intentato nel rispetto delle competenze e dei ruoli di ciascuno dei soggetti coinvolti nella gestione di questa emergenza”.

“L’obiettivo primario di tutti è quello di salvaguardare la salute e il futuro dei cittadini che rappresentiamo – prosegue – . È un compito che la legislazione e i principi giuridici assegnano ai Sindaci in qualità di prima autorità sanitaria del territorio, ma soprattutto è un impegno etico e morale come rappresentanti dell’intera comunità , in particolare di quella categoria di soggetti fragili, maggiormente esposti alle conseguenze dell’epidemia”.

La nota, per conoscenza, è stata inviata al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, e al prefetto dell’Aquila Cinzia Teresa Torraco.

“Le dimensioni delle nostre comunità presentano caratteristiche tali da poter mettere in atto queste precauzioni che potrebbero evitare il diffondersi del virus e impedire l’aggravarsi della situazione”, fa osservare Giusti a nome dei sindaci. “Lo sforzo economico ed organizzativo pur se ingente, è minimo rispetto ai costi sociali del diffondersi dell’epidemia nei nostri territori”.


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