Sicurezza alimentare, fa discutere il decreto che allenta le pene

di Redazione | 01 Aprile 2021 @ 07:23 | LA LEGGE E LA DIFESA
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Di fatto è stato abrogato l’articolo della legge 26 marzo del 1962. Questi puniva anche con l’arresto chi commetteva gravi violazioni in materia di sicurezza alimentare come il mancato rispetto di norme sull’igiene dei locali, o sulla conservazione di cibi. Fino ad oggi scattava la denuncia, l’arresto e una ammenda fino a 60 mila e si arrivava fino alla revoca della licenza. 

Ora niente più denuncia penale, ma solo una multa da massimo 3 mila euro a causa di un decreto legge dei primi di febbraio, il numero 27 del 2 febbraio, pubblicato ad inizio marzo.

Sicurezza alimentare

Il decreto adegua la normativa nazionale a un regolamento dell’Unione europea ma nella sua versione originaria, non prevedeva l’abrogazione dell’articolo 5.

La questione è stata sollevata persino da alcuni magistrati come il procuratore aggiunto del pool per la tutela del consumatore Vincenzo Pacileo: “Per sessant’anni quella legge ha fatto il suo onesto servizio. Svolgeva una funzione importante di tutela preventiva. Ora, invece, con una soluzione inopinata e sorprendente, viene cancellato. E non si vede come colmare questo vuoto, visto che non si tratta di una depenalizzazione e non è prevista una trasformazione della norma in illecito amministrativo”.

“Appare indispensabile rimediare prima che il paese ne paghi le conseguenze – ha scritto l’ex procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola – Lo si può fare con un decreto legge correttivo; da emanare, però, subito, prima che il nuovo provvedimento diverrà operativo”.


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