Fatevi una domanda. “Quanto è grande il fatturato totale dell’industria e commercio della pornografia?”. Non tanto per fare i conti in tasca a quel gruppo di umani che hanno trasformato il sesso e suoi derivati nel loro lavoro abituale, ma per capire quanto spende la gente nel mondo per “guardare” dal buco della chiave i cittadini onorari di Sodoma e Gomorra e avere in tal modo emozioni spesso considerate proibite.
Bene. La risposta è: non si sa! Non si sa per alcuni motivi. Il primo è che i proprietari e i manager dell’Adult Entertainment Business abitualmente non pagano le tasse nei territori dove operano. Tutto quello che incassano, una volta coperti i costi di produzione, finisce infatti su conti correnti di Banche poste nei diversi paradisi fiscali del pianeta. E nessuno sembra poter far nulla.
Nel 2011 il New York Times fece una ricerca e affermò che il business oscillava tra 10 e 14 miliardi di dollari l’anno. Oggi qualche fonte afferma che saremmo arrivati a 21 miliardi di dollari. Il dato non è confermato né smentito.
Nel 2006 il mondo del porno subisce una rivoluzione, entrano nella scena alcuni nuovi siti internet che cominciano, inspiegabilmente, a mostrare gratuitamente migliaia e migliaia di porno videoclips. Un genere che fino allora era stato reso accessibile solo a pagamento. La “grande crisi” era stata innescata da alcuni siti porno, tra cui Youporn, PornHUb e RedTube che raccoglievano da ogni angolo del mondo, soprattutto clips amatoriali. E da questa battaglia uscì vincitrice Youporn.
Youporn è oggi uno dei 100 siti che contano nel web. A febbraio 2013 è 83esimo nella classifica generale. Nella sua categoria vede quali competitors: Xhamster, Xvideos, PornHub e il webcam site Live Jasmine.
E’ comunque il più popolare nel mondo perchè ha un accesso molto facilitato, si esprime in più lingue, non chiede alcun dato per la consultazione né password, garantisce ufficialmente l’assoluta anonimità, è da sempre completamente free, vive di pubblicità e costituisce al dunque una sorta di pietra miliare nella storia del porno. Di fatto Youporn è il sito “più friendly” che sia mai stato inventato.
Lanciato il 28 agosto del 2006 – sulla scia del successo di Youtube e utilizzando le stesse tecnologie e gli stessi parametri di costruzione di un social network – raggiunge lo status di maggiore free pornsite nel novembre 2007. La sua proprietà è vaga. Nel 2007 sembrava fosse posseduto da Stephen Paul Jones, un giovanotto genio digitale della Stanford University, poi spuntò fuori un socio australiano-malesiano di nome Zach Hong. Nel 2011 si parlò di una società lussemburghese, la Marvin; oggi sembra sia della Midstream Media International N.V., una società che ha sede a Willemstad nell’isola di Curacao, ex Antille Olandesi. Il sito è gestito da un “hosting service” in Texas. La comunità fa riferimento a leggi californiane. Youporn è un sito 2.0. Vuol dire che la quasi totalità delle videoclips che ospita e mostra sono state generate dai suoi utenti secondo la pratica UGC – user generated content.
Nel 2012 ha rilasciato una serie di dati sbalorditivi che la riguardano. Dal debutto a oggi ha fatto vedere 93 miliardi di video clips porno. Nel solo 2012 i suoi visitatori sono stati circa 5 miliardi che hanno visto in media più di 8 clip a testa con una permanenza media sul sito pari a 10 minuti circa. Ogni secondo eroga in linea 4.000 pagine, il che la rende responsabile del 2% dell’intero traffico mondiale in rete internet. Per fare un paragone brutale: è 3 volte più grande della CNN. Ogni giorno raccoglie 13 milioni di visite e genera 91 milioni di pagine.
Tra i suoi visitatori (cumulati per anno) 1 miliardo sono statunitensi, 600 milioni sono tedeschi, italiani e francesi sono rispettivamente 400 milioni , 250 milioni sono inglesi e 170 milioni canadesi. In questo vasto mosaico di “guardoni” a caccia di emozioni molto private il nostro paese detiene un record mondiale: le città dalle quali si verifica il più alto accesso sono Milano e Roma. Seguono (nell’ordine) Parigi, Londra, Berlino, Atene, Monaco di Baviera, New York, Città del Messico e Vienna.
Il BUSINESS
Abbiamo accennato al fatto che Youporn vive di pubblicità. Dati sui ricavi non circolano. Qualche anno fa si ipotizzò che, grazie agli annunci pubblicitari, il sistema generasse circa 120mila dollari al mese di ricavi. Sarebbero 4000 dollari al giorno. A guardarla bene uno sforzo tecnologico di tale portata non sembra sia ripagato. E allora? C’è il trucco. “Il valore di Youporn è nel suo traffico” spiega un’analista. “Il sito attrae e reindirizza spettatori su Video on Demand a pagamento che pagano royalties a YP “. E qualcun altro affonda: “I soldi grandi arrivano dal favoreggiamento alla prostituzione”. In realtà è vero che qui e là nelle schermate di Youporn appaiono annunci di sesso facile, a Km. zero e rimandano a siti di escorts e a costosi sex phones. A questo inoltre va aggiunto il sostegno al business del Gioco on line, di cui Youporn è uno dei maggiori veicoli promozionale.
Ecco dunque apparire il profilo di un business frastagliato e complesso che giustifica il continuo trend di crescita del volume d’affari totale. La gente entra gratis, in passato dai Pc e oggi massicciamente dagli smart phones, in un luogo dove non sarebbe mai andata: lo fa per curiosità, lo fa perchè non costa nulla e probabilmente lo voleva fare ma in passato gli accessi erano complicati.
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