Sessismo in caserma, colonnello condannato per ingiurie e battute sessiste

di Redazione | 14 Marzo 2021 @ 06:00 | LA LEGGE E LA DIFESA
sessismo in caserma
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Sessismo in caserma, una condanna per ingiuria e diffamazione. La conferma delle condanne da parte dei tribunali militari arriva con la sentenza 8268 della Cassazione. A scontare la pena, di dieci mesi e venti giorni di reclusione, un colonnello dell’Esercito.

Dalle ricostruzioni del processo si apprende che il colonnello bersagliava tutti, ma in particolare la sua vittima preferita erano le donne, e le offese, per di più, avevano sempre pesanti sfondi sessuali. La Cassazione confermando le decisioni dei tribunali militari ha stabilito che non si trattava affatto di goliardia o “battute da caserma”. 

L’uomo, in base al Codice penale militare di pace, era stato a dieci mesi e venti giorni di reclusione per ingiuria e diffamazione nei confronti di inferiori del corpo.

Sessismo in caserma, la difesa: goliardia 

La tesi difensiva, appunto, era che si trattasse di battute da caserma. Degli scherzi insomma, per di più da contestualizzare, sempre secondo la difesa, in un rapporto confidenziale, come tra amici. 
Dalle indagini però veniva fuori una situazione completamente diversa: modi «vistosi, debordanti ed esagerati. Accompagnati da asserzioni perentorie sul suo potere e sulla sua posizione di fatto». In questo contesto si inserivano le frasi offensive accompagnate da «movimenti manuali e facciali espliciti».

 


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