Serra International Club L’Aquila: Camminare insieme nella storia

di Fra Piero Sirianni | 14 Maggio 2023 @ 09:39 | CREDERE OGGI
Camminare insieme nella storia
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L’AQUILA – «Camminare insieme nella storia» è stata una delle espressioni utilizzate da mons. Antonio D’Angelo nel suo intervento in merito all’attuale processo sinodale. La sua riflessione si inserisce nella giornata organizzata dal Serra International Club L’Aquila presso il convento aquilano di San Giuliano, per riflettere insieme sulla grande tematica sinodale – desiderio di papa Francesco e strada indicata alla Chiesa del terzo millennio.

I lavori della mattinata di venerdì 12 sono stati aperti dalla dottoressa Teresa Nadia Gentile, moderatrice della giornata e Governatrice Eletta Distretto 72 Serra Italia. A lei ha fatto seguito l’intervento della dottoressa Manuela Tursini, assessore alle Politiche sociali di L’Aquila, la quale ha messo in evidenza la propria estrazione cattolica e la centralità dei valori cristiani nell’equo sviluppo della società.

La dottoressa Paola Poli – presidente nazionale Serra Club – ha lodato l’iniziativa, poiché il tema delle “vocazioni” rimane molto caro alla missione del Club.

L’ampia relazione di mons. D’Angelo è stata incentrata sulla sinodalità, quale «dimensione strutturale della Chiesa»; essa ci ha fatto meditare sulla “Chiesa in uscita”, annunciata da papa Francesco fin dai primi giorni del proprio ministero petrino. Gesù Cristo – ha sottolineato il vescovo – rimane il fondamento della fede e del cammino ecclesiale, ma l’evangelizzazione richiede sempre la propria personale testimonianza e vita cristiana ordinaria; ciascun battezzato possiede e custodisce una specifica vocazione, da far fruttificare nel più ampio contesto comunitario.

Il principio che guida l’agire ecclesiale è immutabile: l’Incarnazione di Dio, che rivela come i singoli progetti personali siano sempre chiamati a confluire nel disegno universale di salvezza.

«La vocazione – ci ricordava D’Angelo – non viene da fuori, ma si attua nello scoprire e vivere ogni giorno quello che siamo»; e, cioè, tralci dell’unica vite (cfr. Gv 15,1-17). La dimensione comunitaria – nell’esperienza cristiana – è e sarà sempre centrale, imprescindibile; essa ci pone come servitori della Chiesa, rispetto a una esistenza prettamente soggettiva.

Alla base il cristiano è chiamato a porre la Parola di Dio, luce e interpretazione dell’agire quotidiano; alle scelte che ne conseguono rispondono le singole persone, la cui libertà è costantemente interpellata dalla Rivelazione e dalle sfide del mondo.

La Chiesa che il vescovo ha presentato si lascia rinnovare continuamente dallo Spirito santo ed è fortemente radicata nella sua vita battesimale; esprime «una dimensione di cuore, rispetto a precetti a cui obbedire». Essa è in continuo dialogo con il Signore, in quanto suo popolo guidato dallo Spirito. Il suo emblema è la vita trinitaria.

«È Dio che convoca, sceglie e invia – ha continuato mons. D’Angelo – a discapito di “candidature e indispensabilità”».

Il vescovo ci ha consegnato questo sogno: camminare insieme nella storia, un unico corpo formato da tante membra (cfr. 1Cor 12); un popolo che sconfigge la tentazione della grandiosità e della immagine; una comunità che tende alla santità: popolo di Dio, collegio dei vescovi, papa; la Chiesa che custodisce la vocazione del discernimento comunitario.

Egli ha concluso la sua relazione lasciandoci una domanda provocatoria: «Qual è il mio posto nella Chiesa, per amare di più e meglio?».

La giornata – in cui era presente anche il presidente Walter Capezzali – ha visto l’intervento di fra Francesco Lo Presti, Frate Minore, e si è conclusa nel pomeriggio con la premiazione per il Concorso Scolastico Nazionale Serra International Italia “In un mondo che ha bisogno di amore non si può vivere senza il perdono”.

Camminare insieme nella storia


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