L’AQUILA – Scuole L’Aquila, ieri il consiglio comunale sulla ricostruzione. In apertura di seduta, dopo l’intervento di Simona Giannangeli prima richiedente della seduta, sono stati auditi sia alcuni comitati, che sono tornati a criticare i ritardi nella ricostruzione, sia alcuni dirigenti scolastici che hanno ribadito alcune criticità sia rispetto ai cronoprogrammi sia rispetto al dimensionamento di alcuni plessi.
Audito anche il responsabile comunale per la ricostruzione delle scuole, il dirigente Roberto Evangelista che ha aggiornato il quadro della ricostruzione degli edifici con destinazione l’uso scolastico.
Il quadro finanziario: 16 gli interventi previsti a carico della ricostruzione per un fabbisogno totale di 93 milione di euro di cui 59 milioni già concessi e 33 milioni arrivati con l’ultima delibera Cipess di cui si aspetta la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Altri 7,8 milioni sono arrivati con il Pnrr per due interventi.
Oltre a quelle inaugurate di Arischia e di Pettino la fotografia dei plessi in ricostruzione o previsti è la seguente:
- otto interventi con lavori in corso o già appaltati
- il Polo scolastico di San Sisto – Santa Barbara per 6,5 milioni, data ultimazione prevista per il 27 luglio 2024
- il Polo scolastico Torretta-Gignano-Sant’Elia, 5,2 milioni 19 gennaio 2024
- la scuola Pettino Vetoio Lotto I, per l’infanzia, 2,4 milioni, 7 luglio 2023
- Pettino Vetoio, Lotto II, 2,6mila euro 18.3.2024
- scuola Bagno Grande infanzia, lavori ultimati
- scuola primaria Celestino V, primaria, 2,4 milioni, 29 giugno 2024
- San Giovanni bosco, infanzia, 731mila euro, ristrutturazione, 28 agosto 2024
- Mazzini, 10 milioni, affidata al Provveditorato e in corso di definizione
- cinque scuole non avevano tutti i finanziamenti per partire, e con l’ultima delibera Cipess lo scoglio è superato. Di queste quattro sono già alla progettazione definitiva e possono andare in appalto non appena non verrà pubblicata la delibera Cipess in gazzetta ufficiale: si tratta dei plessi di Sassa, Pianola, Dante Alighieri di Paganica, infanzia Giovanni XXIII. Il progetto più indietro è quello di Collemaggio (18 milioni di euro) dove andranno De Amicis e Carducci.
- Ancora ci sono poi gli interventi su Coppito, in progettazione, sulla primaria Rossi di Paganica e sul polo dell’infanzia di Paganica già appaltato. Sono arrivati inoltre 3 milioni per la demolizione e ricostruzione della I Maggio.
Lo scontro politico
Al momento della votazione dell’ordine del giorno la maggioranza è uscita platealmente facendo mancare il numero legale. Una scelta preannunciata in qualche modo dalle parole del sindaco che nel suo intervento ha ribadito lo stato di fatto e invitato ad una narrazione più onesta, dal suo punto di vista, della vicenda delle scuole. Il sindaco Pierluigi Biondi ha ricordato anche i difficili passaggi amministrativi che hanno permesso di sbloccare una serie di interventi o accelerarne gli iter, in particolare il decreto Semplificazione del 2020 che individuava nei sindaci i commissari con forti poteri di deroga rispetto ai normali iter degli appalti pubblici, e l’ultima delibera Cipess del ‘governo amico’ di Giorgia Meloni.
“Ringraziamo le opposizioni – il commento di tutti i capogruppo di maggioranza – che, richiedendo un consiglio comunale ad hoc, hanno consentito all’amministrazione di attuare un’operazione verità sullo stato dell’edilizia scolastica su cui solo grazie al centrodestra, che da sei anni guida la città, si è riusciti ad intavolare una strategia prospettica in grado di superare anni di impasse, rinvii e vuoti politico-amministrativi. Le ringraziamo perché, finalmente, la loro disinformazione e macchina propagandistica possono essere archiviate, una volta per tutte. Partendo dai ciò che è stato fatto, ciò che è in corso ciò che si farà. Grazie all’impulso, decisivo, da questa maggioranza è stato possibile inaugurare le scuole di Arischia e Mariele Ventre, per 9, 5 milioni e mezzo complessivi di lavori: i soliti detrattori affermeranno che, ed è vero, i procedimenti erano stati avviati da chi ci ha preceduti. Ciò che dimenticano di affermare è che quei processi sono rimasti incagliati per anni e solo grazie ad un’incisiva azione volta al superamento di ritardi accumulati nel tempo è stato possibile aprire i due plessi. Il tutto avviando una proficua interlocuzione con tutte le istituzioni coinvolte, a partire dai dirigenti scolastici, dei quali sono stati ascoltati necessità ed esigenze della comunità studentesca, calandole nella programmazione e superando un muro di incomunicabilità con l’amministrazione che in passato aveva portato ad avviare progetti nonostante il parere negativo degli stessi presidi”.
“Ancora una volta – la dichiarazione delle opposizioni a fine consiglio – su uno dei temi fondamentali per la vita della città quale la ricostruzione degli edifici scolastici la maggioranza si comporta in maniera del tutto vergognosa, facendo venir meno il numero legale e rendendo di fatto così impossibile addivenire al voto sull’odg presentato dalle opposizioni. Un fatto grave assolutamente da stigmatizzare, anche per il consiglio aveva visto il contributo positivo di tante realtà e sigle sindacali”.
Capito a parte la scuola di Collemaggio. Un pallino a questo punto dell’amministrazione. Livio Vittorini prima e Biondi poi hanno ribadito che si tratta di una precisa scelta dell’amministrazione, che per loro Collemaggio è centro ed è prevista anche la sistemazione della viabilità (uno degli elementi criticati) e soprattutto che fare scuole in centro, moderne, con spazi interni ed esterni adeguati, sicure al 100% hanno provocatoriamente affermato dalla maggioranza ricordando le battaglie di qualche anno fa per le scuole sicure al 100% che, questo il ragionamento, sarebbe impossibile fare in pieno centro.
“Quest’ultimo – così ancora la maggioranza – merita una qualche parola in più, in considerazione dello stucchevole ritornello rilanciato con precise cadenze temporali sulla mancanza ricostruzione di scuole pubbliche in centro storico. Premesso che gli spazi dell’ex ospedale psichiatrico sono a due passi dal cuore cittadino è bene sapere la delocalizzazione in quell’area consentirà di individuare un polo scolastico (che si aggiunge a quelli già programmati nella zona est e nella zona ovest del territorio comunale) in grado di ospitare circa 1000 studenti, 180 dell’Infanzia San Bernardino, 500 della Primaria De Amicis, 300 della Secondaria di I Grado Carducci su un’area di complessivi 22mila metri quadrati in cui verranno realizzati aule, edifici, locali idonei alla didattica e alle esigenze dei docenti e rispondenti alle attuali normative di riferimento in materia di sicurezza, risparmio energetico, parcheggi e agli standard disposti dal ministero. Se qualcuno del centrosinistra è in grado di individuare spazi altrettanto adeguatamente idonei a soddisfare questi parametri in centro storico siamo pronti ad ascoltare ma queste sono le soluzioni che questa, e la precedente, amministrazione sono state individuate per la formazione dei nostri figli e la serenità delle famiglie. Tutto il resto, dalle polemiche pretestuose agli interventi scomposti dettati da una scarsa conoscenza di carte, leggi e procedure è da rimandare al mittente con preghiera di approfondire meglio gli argomenti prima di chiedere un confronto per il quale siamo sempre disponibili, purché basato su elementi concreti e reali e non alimentato da fomentatori d’odio seriali dispensatori di cattive e non corrette informazioni.”
Le reazioni
Ricostruzione scuole, Uds L’Aquila: “Vergognoso teatrino in consiglio, maggioranza ci ascolti”.
“Ieri, venerdì 19 maggio, L’Unione degli Studenti L’Aquila ha partecipato al Consiglio Comunale straordinario sulla ricostruzione delle scuole, convocato dalle opposizioni per chiedere una reale trasparenza sulla ricostruzione degli istituti scolastici nel Comune dell’Aquila e l’istituzione di un assessorato sulle scuole assieme all’istituzione di un tavolo permanente che raccolga tutte le rappresentanze del mondo scolastico”.
Così un nota dell’Unione degli studenti.
“Nonostante non ci sia stato concesso di intervenire – prosegue la nota – poiché, occupandoci unicamente degli istituti superiori (di competenza provinciale), il nostro intervento sarebbe risultato inadeguato, riteniamo di dover prendere parola su quanto accaduto.
La seduta si è infatti conclusa con un nulla di fatto dopo che la maggioranza ha abbandonato l’aula, tra le proteste della cittadinanza presente, facendo mancare il numero legale necessario per procedere con il voto. Un segnale preoccupante, che conferma lo scarso interesse e la poca apertura al dialogo delle nostre istituzioni riguardo temi che nel nostro territorio risultano più che mai urgenti.
È inaccettabile che a 14 anni dal terremoto la maggior parte delle scuole pubbliche non sia stata ricostruita e che centinaia di studentesse e studenti continuino a svolgere le attività didattiche all’interno dei MUSP, strutture che sarebbero dovute essere provvisorie e che non sono adeguate rispetto alle necessità degli alunni.
Troviamo assurdo quanto accaduto ieri durante il Consiglio Comunale; come studentesse e studenti pretendiamo di avere un dialogo serio con le forze politiche del nostro territorio, un dialogo che metta al centro i reali bisogni della componente studentesca e che riesca a portare ad un reale cambiamento. Chiediamo alla maggioranza comunale – conclude la nota – di esprimersi presto al riguardo e di accogliere anche le richieste di chi, come noi, la scuola la vive giornalmente e ne riscontra tutte le contraddizioni e le problematiche”.