

L’AQUILA – “Ho scontato sei anni di galera, poi sono stato assolto e non mi hanno risarcito perché’ avevo cattive frequentazioni con estremisti di sinistra”. Inizia così il racconto di Giulio Petrilli, ex presidente dell’azienda regionale edilizia e territorio dell’Abruzzo.
“Per aver stabilizzato cinque dipendenti e aver ridotto l’indennità’ del direttore da 110.000 euro annui a 39.000 – spiega – volevano farmi fare per abuso d’ufficio otto mesi di carcere e mi hanno condannato a pagare 160.000 euro. Tutte queste condanne non solo per la mia giusta azione in difesa del diritto al lavoro e all’abbassamento forte degli stipendi dei manager, ma ce l’avevano con me per aver denunciato la corruzione post terremoto, i puntellamenti senza fare gare d’appalto e con guadagni altissimi.
“Poi – prosegue il racconto di Giulio Petrilli – da presidente Aret avevo spinto per dare i fondi della cooperazione internazionale ai paesi post guerra come la Serbia per gli orfanotrofi, ospedali, adozioni a distanza ecc. 460.000 euro”.
“Ho pensato a questo e a mandare i soldi li e non a prendere tangenti”, conclude Giulio Petrilli.