Cari Italians, e’ comparsa su “Science” (prestigiosa rivista scientifica internazionale) una lettera di Enzo Boschi, ex-direttore dell’Istituto di Geofisica (INGV), condannato il 22 ottobre 2012 al processo tenutosi a L’Aquila, per “avere fornito alla popolazione informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie riguardo allo sciame sismico che precedette il terremoto de l’Aquila del 2009″.
Boschi spiega la sua posizione in un chiaro articolo di una paginetta, http://www.sciencemag.org/content/341/6153/1451.full –
La lettera su Science ha immediatamente rinfocolato l’attenzione in USA, venendo ripresa sulla popolare rivista Scientific American: http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=italy-abruzzo-earthquake-scientist-trial –
Non posso qui ripercorrere tutta la vicenda, tuttavia ci sono alcune domande che secondo me varrebbe la pena di porsi, per esempio:
secondo voi, e’ giusto che una questione come la comunicazione di dati scientifici, venga discussa nelle aule di un tribunale?
La condanna non e’ che allontani i ricercatori dal prendere posizioni, come per esempio la direzione dell’INGV, o peggio ancora partecipare a panel di carattere politico, come la citata Commissione Grandi Rischi?
Se i dati sono stati comunicati male, cosa si potrebbe fare nel futuro per connettere meglio politica e scienza?
Soprattutto, visto che siamo un Paese fragile dal punto di vista geofisico e vulcanologico, dipendente dal punto di vista energetico, come mai queste questioni fondamentali per la nostra vita non vengono discusse? Perche’ in USA ne parlano piu’ che da noi?
Gianluca Spizzo, [email protected]
Fonte: http://italians.corriere.it/