Sassoli: un anno fa la scomparsa del ‘presidente buono’

Cialente: "Credeva nella politica fatta con il cuore e per le persone, lontano dall'idea del politico di professione"

di Marianna Gianforte | 10 Gennaio 2023 @ 06:15 | POLITICA
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L’AQUILA –  “Un uomo con la passione per l’Europa, un custode della democrazia e dei diritti che mai avrebbe accettato la corruzione”. Con queste parole ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ricordato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli scomparso un anno fa, l’11 gennaio 2022. Von der Leyen ha parlato al teatro Quirino, a Roma, durante la presentazione del libro ‘David Sassoli. La saggezza e l’audacia’, curato da Claudio Sardo, e pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli, in occasione di una giornata dedicata all’anniversario dalla sua morte, alla quale hanno partecipato i famigliari di Sassoli (i figli e la moglie Alessandra Vittorini, ex soprintendente dell’Aquila), ma anche diversi esponenti politici come Romano Prodi, Enrico Letta, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Nel suo intervento Von der Leyen ha ricordato: “C’ero in tante occasioni in cui ha parlato ma ce n’è una che non posso dimenticare. Nell’estate del 2021 andai con lui a Fossoli, il suo discorso fu una lettera d’amore all’Ue. Tutta la visita a Fossoli mi commosse, David aveva una speciale connessione con questo luogo. Mi portò al campo di concentramento, incontrammo i sopravvissuti e i figli delle vittime. E durante la commemorazione – ha raccontato la presidente – David ruppe il protocollo e prese la mia mano, un semplice gesto di unità che vale milioni di parole. E’ stato un uomo con la passione per la democrazia e l’Europa. Lui pensava che il nostro dovere era essere vigili, e agiva da guardiano della democrazia. David credeva che la democrazia europea poteva garantire diritti ad un numero crescente di persone. David sapeva ascoltare ma anche guidare – ha ribadito -. Era un grande oratore e anche un grande politico, che faceva politica per passione e non per potere. Era un uomo gentile e coraggioso, il presidente buono”.

Von der Leyen ha poi ricordato quanto Sassoli credesse nella democrazia europea, nella sua forza e nella sua capacità di aumentare i diritti: “Credeva nel ruolo vitale del Parlamento europeo, in quanto casa della democrazia europea. E ha rivoluzionato il modo in cui il Parlamento ha lavorato durante la pandemia in modo che possa continuare a servire il popolo europeo in tempi di estremo bisogno. Ma David sapeva anche che la democrazia è fragile e deve essere protetta dai nemici interni ed esterni. David non avrebbe mai tollerato la corruzione, né all’interno dei ranghi dei parlamentari né all’interno di alcun organo governativo. “Alla fine dei nostri meeting, David Sassoli mi salutava sempre augurandomi, in francese, ‘Bon courage’. Vorrei estendere quell’auspicio a tutti noi: che possiamo trovare il suo stesso coraggio di batterci per i nostri valori, il coraggio di portare avanti le nostre battaglie, il coraggio di volgere sempre lo sguardo al futuro, come ha fatto lui. Bon courage, grazie David e viva l’Europa”, ha concluso la presidente.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che “David ha dato l’anima per le istituzioni comunitarie. Sono molto grato a lui – ha detto -. Pur militando su fronti differenti io e David Sassoli abbiamo difeso il Parlamento europeo e l’istituzione democratica dell’Unione europea. Battuti perché il Parlamento avesse iniziativa legislativa. Ho avuto da lui il massimo del mio appoggio e lui da me; un uomo che si è battuto per le istituzioni comunitarie”.

A ricordare Sassoli e la sua vicinanza alle terre colpite dai sismi che si sono susseguiti dal 2009 nell’Italia centrale, è l’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente: “E’ inutile soffermarsi ad esaltare esclusivamente aspetti politici di David: mi piace invece sottolineare la sua grande idealità, la sua giustezza. Credeva nella politica fatta con il cuore e per le persone, lontano dall’idea del politico di professione. Ecco perché le persone gli volevano bene: per la sua empatia, per l’umanità e la semplicità, per la disponibilità totale. Questo voglio ricordare. A qualsiasi ora io lo chiamassi, se non poteva rispondere subito, mi richiamava a qualsiasi ora, anche a mezzanotte, e persino quando era presidente del Parlamento europeo. Perché credeva in quel che faceva e non voleva lasciare nessuno senza risposta. La grandezza di David è questa. Ha arricchito l’istituzione europea come farebbe una persona rara”.

Alla presentazione del libro dedicato a Sassoli c’era anche il giornalista e scrittore aquilano Goffredo Palmerini. “Considero un privilegio l’aver vissuto una mattinata come quella dedicata a David Sassoli – dice Palmerini -. È stato un evento denso di emozioni, di riflessioni di straordinaria profondità. Un eccezionale tributo per sottolineare di Sassoli la grandezza, dell’uomo, del politico, dello statista, ma anche del cristiano autentico. Lui, cresciuto con i valori insegnati da Dossetti e La Pira, al servizio della comunità nazionale ed europea. In fondo, come annotava Paolo VI, Sassoli ha vissuto l’impegno politico come la più grande forma di carità (charitas), di amore verso il prossimo”. 

 

Da eurodeputato, Sassoli è stato molto spesso all’Aquila, del cui territorio conosceva i problemi legati al terremoto; se ne era occupato anche prima di essere eletto al Parlamento europeo, da un giornalista del Tg1, e aveva partecipato ai tavoli tecnico-istituzionali della Regione voluti dall’ex vice presidente Giovanni Lolli,sul cosiddetto ‘dossier tasse’.

A fjne agosto, in occasione dell’assegnazione a Sassoli del XX ‘Premio Rotary Perdonanza’, la moglie Vittorini aveva ricordato la fermezza di Sassoli nei confronti della Russia: “Risale ad aprile il bando delle Federazione russa, di Putin, nei confronti di David come ‘persona sgradita’; bando al quale lui rispose con queste parole: ‘Non avevo alcuna intenzione di venire in Russia’ – ricostruì Vittorini -. Ma immediatamente programmò dei viaggi che avevano lo scopo (purtroppo non tutti portati a compimento), di rispondere con un segnale pacifico ma fermo, di presidio di tutti i confini orientali dell’Europa. Erano i confini dell’Estonia, della Lituania, della Lettonia, l’Ucraina, la Moldavia e la Georgia. A fine agosto ha fatto i viaggi nei Paesi delle repubbliche Baltiche. Quelli già programmati in Ucraina, Moldavia e Georgia non sono stati compiuti per le vicende mediche che lo hanno bloccato – racconta la moglie -. Il premio Sakharov a Daria Navalnaya (che ha ricevuto il premio del Parlamento europeo a nome del padre attualmente detenuto in Russia, ndr), figlia di Alexei Navalny, è stato assegnato a ottobre, ma consegnato a metà dicembre, nell’unica piccola finestra che la malattia gli concesse in quesi mesi, che David ha strappato alle cure per andara a Strasburgo. E fu proprio David a consegnarlo personalmente a Strasburgo. Era l’ultima seduta del suo mandato di presidente, che scadeva a gennaio, dopo le vacanze di Natale: è stata, invece, proprio la sua ultima seduta a Strasburgo. Ecco: rimettere in fila queste date – ha spiegato Vittorini – , alla luce della guerra della Russia sull’Ucraina ci ricorda la sequenza, che fa una certa impressione, e che noi abbiamo vissuto come famiglia. David non era aquilano; la sua aquilanità l’ha acquisita nel tempo – disse Vittorini – ce lo abbiamo tirato dentro noi prima di tutto come famiglia, ci siamo sposati qui e ci sono state tante occasioni: una riguarda la sua professione, perché il suo ultimo servizio per il Tg1 lo ha fatto proprio raccontando questa città”.

Foto: Goffredo Palmerini


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