L’AQUILA – Una delle quattro chiese capoquarto dell’Aquila, la chiesa di Santa Giusta, capoquarto dal 1272, si trova nell’omonima piazzae nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale. E’ uno tra i primi edifici religiosi sorti in città e oggi, a quasi 12 anni dal terremoto che colpì il capoluogo abruzzese, è una delle tante chiese non ancora ricostruite.
Con un impianto medievale, mantenuto nonostante gli innumerevoli danni subiti a causa dei diversi terremoti: 1315, il presbiterio, l’abside e il transetto subirono danni notevoli; nel 1349 venne danneggiata la parte precedentemente ricostruita e una porzione della facciata; con il terremoto del 1703, tutto l’edificio subì notevoli danni. L’ultimo sisma ha provocato il crollo della vela campanaria e della sottostante porzione di parete dell’ala meridionale del transetto; lesioni profonde nelle volte interne delle absidi con attivazione di meccanismi di ribaltamento. Schiacciamento locale dei pilastri polilobati dell’arco trionfale; lesioni profonde nelle cappelle laterali della nave principale con attivazione di meccanicismi di ribaltamento. Danni diffusi, con parziali crolli e profonde lesioni, all’intero corpo di fabbrica sia nell’apparecchiatura costruttiva che negli apparati decorativi.
Il Decreto n. 24/2010 aveva stanziato per il primo lotto di lavori 1 milione di euro. Secondo quanto riportato dalla scheda tecnica della Protezione Civile Nazionale, dal Ministero per i bene e le attività culturali, e dalla Direzione regionale per i bene culturali e paesaggistici per l’Abruzzo, i costi stimati sono pari a 5milioni e 800mila euro di lavori da effettuare all’incirca in 48 mesi.
Dal sito di open data L’Aquila, dove la scheda della chiesa capo quarto risulta chiusa, emerge invece che sono stati chiesti e finanziati 3 milioni di euro, ma erogati solo in una parte pari a 1milione 645mila e 239 euro, di cui: 1milione relativo al primo lotto destinati al progetto definitivo riparazione e ripristino di dell’agibilità, ed i restanti appartenenti al secondo lotto, per i lavori di consolidamento e restauro.
Nel protocollo, il cui intervento risulta concluso, il finanziamento pubblico previsto sarebbe pari a 2milioni di euro.
Ad oggi sono stati effettuati solo lavori di messa in sicurezza in somma urgenza ad opera delle squadre S.A.F. dei VV.FF. Finanziamenti e lavori sono ancora fermi.
La certezza è che la chiesa resterà chiusa ancora per diversi anni.
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Pubblichiamo il commento di Silvia Taranta (Mobact): “E’ stato effettuato un primo lotto di lavori, nella parte absidale (la più danneggiata dal sisma del 2009). L’intervento di somma urgenza ha riguardato la facciata, a seguito del sisma 2017. Considerata la gravosa carenza di personale (purtroppo non solo per pensionamenti), si sta comunque procedendo su questa Chiesa, come su tutto il patrimonio culturale della città e del cratere. E si cercano soluzioni continuamente, per andare avanti ri-accelerando il ritmo”.