San Giuseppe, tra zeppole, celebrazioni ed equinozi

di Padre Gregorio (Fausto D’Addario) | 19 Marzo 2023 @ 05:30 | I LUOGHI DELLO SPIRITO
San giuseppe
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Se potessimo riassumere il 19 Marzo in poche battute, diremmo: solennità di San Giuseppe, festa del papà, il profumo delle zeppole – mi raccomando, quelle tradizionali aquilane sono senza crema – e il respiro cosmico dell’equinozio.

I testi sacri sono parchi di informazioni su questa figura silenziosa. Giuseppe della casa di Davide, sposo fedele a Maria, profugo che mette in salvo la famiglia, maestro giusto del silenzio, sognatore capace di accettare la promessa di Dio: queste le sobrie pennellate con cui viene ritratto nei vangeli. Tra il IV e il IX secolo la sua figura comincia ad emergere dal silenzio, cessato ogni timore riguardo la vera paternità di Gesù. Il suo culto fu dapprima solo locale, ma con le crociate e la riscoperta dei luoghi della vita di Gesù, la devozione a San Giuseppe ricevette grande impulso. Primi promotori, come sempre i monaci, come Ruperto di Deutz, Bernardo di Chiaravalle e Brigida di Svezia. Poi il timone passò ai francescani e ai carmelitani. Con Pio IX e i papi del ‘900 mancarono interventi atti a solennizzare Giuseppe: prima come Patrono della chiesa universale, poi dal 1955 con Pio XII come protettore dei lavoratori con il titolo di San Giuseppe Artigiano. Papa Francesco ha indetto recentemente, tramite la Patris Corde, un anno (2020-2021) dedicato alla riscoperta della figura di Giuseppe, nel solco della sua paternità esercitata sulla sacra famiglia di Nazaret e sulla Chiesa tutta.

Proprio la prima data, quella più antica del 19 marzo, cade però a ridosso dell’equinozio di primavera: così riti ancestrali e tradizioni del mondo contadino sono confluiti nei festeggiamenti, come tradizionali falò (ad esempio a Rocca Pia) e tavolate imbandite. L’equinozio è tempo sacro per eccellenza, momento di raro equilibrio dove il giorno e la notte, la morte e la vita, si affrontano in un duello ad armi pari. È l’inizio della primavera, che segna quindi la morte dell’inverno e l’allontanamento del buio, così come il risveglio delle energie della natura assopita. I suoi simboli sono le uova – la vita che rinasce; la colomba – il tempo dell’amore e della purezza; il coniglio – la forza procreativa. In questo giorno – l’equinozio cade tra il 20 e il 21 marzo – nelle civiltà contadine era usanza di accendere dei fuochi rituali per propiziare i nuovi raccolti. Anche il simultaneo cammino della Quaresima e della Pasqua hanno il tema della rinascita, nella crocifissione, morte e resurrezione del Cristo, così come l’anno muore e rinasce ciclicamente.

A L’Aquila la chiesa intitolata di S. Biagio da Amiterno, dal 2008 è diventata parrocchia universitaria, ribattezzata con il nuovo nome di San Giuseppe Artigiano. È una chiesa che rappresenta pienamente la tempra aquilana: nel corso dei secoli l’originaria struttura duecentesca è stata più volte distrutta da eventi sismici (1315 e 1703), per essere prontamente ricostruita. Seguì però una lenta decadenza: fu usata come dormitorio dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale e nei decenni successivi ospitò mostre e mercati. Oggi è simbolo di ricostruzione e rinascita: è stato il primo edificio sacro recuperato integralmente nel centro storico della città e ospita al suo interno un monumento simbolo per la città de L’Aquila, miracolosamente risparmiato dal sisma del 2009: il monumento funebre di Pietro Lalle Camponeschi, uno dei fondatori del capoluogo abruzzese, che nel XV secolo spinse la comunità civile e religiosa a ricostruire la città devastata dal sisma. Dal 2013 è anche Basilica minore per desiderio di Papa Francesco.

E parlando di celebrazioni, in via Sassa un ricco programma religioso si sta svolgendo presso San Giuseppe Artigiano.

Venerdì 17 marzo la chiesa ha ospitato la meditazione di P. Lino Dan, gesuita, dal tema: “Giuseppe, uomo di fede”, mentre sabato 18 la meditazione di d. Antonio Allegretti della diocesi di Avezzano, intitolata: “Giuseppe, uomo di speranza”. Domenica alle 19.30 la meditazione conclusiva del triduo di P. Gaetano Piccolo, su “Giuseppe, uomo di carità”.

Quest’anno una particolarità: la solennità di San Giuseppe sarà spostata a lunedì 20, celebrandosi il 19 marzo la quarta domenica di Quaresima.

Da sabato sera fino a lunedì 20, in prossimità delle celebrazioni, saranno disponibili in Basilica le tradizionali zeppole di San Giuseppe, il cui ricavato sosterrà le spese dei 28 ragazzi della Parrocchia Universitaria che parteciperanno nella prossima estatealla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona con Papa Francesco.

Lunedì 20 marzo, poi, Mons. Antonio D’Angelo presiederà la solenne con-celebrazione eucaristica in onore di San Giuseppe, animata dal Coro Diocesano Giovanile “San Massimo” e dal Coro della Parrocchia Universitaria, occasione in cui si pregherà per tutti i papà e per quanti portano il nome di Giuseppe, tra cui il cardinale Giuseppe Petrocchi e Mons. Giuseppe Molinari.

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