San Francesco di Sales. A L’Aquila, ieri il tradizionale incontro dei giornalisti

di don Daniele Pinton | 28 Gennaio 2023 @ 05:04 | CREDERE OGGI
San Francesco di Sales
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L’Aquila. In occasione della festa di S. Francesco di Sales, ieri, venerdì 27 gennaio, alle ore 9:30, nell’aula magna Benedetto XVI, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘Fides et Ratio’ di L’Aquila, il cardinale Arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo Stefano Pallotta e il vescovo ausiliare di L’Aquila mons. Antonio D’Angelo, hanno guidato il tradizionale incontro con i giornalisti, per la festa del loro patrono, moderato da Don Claudio Tracanna, Direttore dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali della Chiesa aquilana.

L’incontro è stato introdotto da Stefano Pallotta, il quale dopo i saluti istituzionali, si è soffermato sulla figura di S. Francesco di Sales, nel suo impegno coraggioso di trasmettere informazione nella verità, facendo proprie le parole di papa Francesco con le quali invita i giornalisti ad ascoltare con l’orecchio del cuore, cercando di essere sobri, di non spettacolarizzare le notizie e di non cadere mai nel pettegolezzo quando fanno informazione.

Il Presidente dell’Ordine ha ricordato che per poter migliorare la presenza dei giornalisti nella società, è necessario ritrovare la nobile vocazione nel mediare i fatti, cercando di inserirli nel giusto contesto, per dare senso a ciò che si dice o si scrive. Necessaria una volontà di studiare. Ha inoltre affermato che, più che di verità a volte bisognerebbe parlare di obiettività, ma per raggiungere questo, i giornalisti devono avere serenità e sicurezza economica.

Il Cardinale Petrocchi, dopo aver ricordato che per lui, questa è la nona edizione in cui vive questo evento all’Aquila, prima di addentrarsi sulla lettera del papa, si sofferma sulle parole di Pallotta e ricorda che chi fa comunicazione deve impegnarsi nell’arte del guardare gli eventi, di saperli registrane nei loro contorni effettivi, ma bisogna guadagnare anche il significato che eventi riportano e che a volte non sono colti nella verità. Essere abili nel vedere ciò che accade con lucidità e saperlo trasmettere è possibile solo con un approccio critico agli eventi.

Proseguendo la sua riflessione il Cardinale arcivescovo ha presentato il messaggio per la 57ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del Santo Padre “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate” (Ef 4,15) per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, affermando che “Ascoltare con l’orecchio del cuore” è il centro di questo messaggio di Papa Francesco.

Il cardinale ha inoltre affermato che il Papa insiste sul parlare con il cuore. La mente senza il cuore non arriva a guardare le cose come sono. C’è una condizione perché gli occhi trasmettono ciò che ci sta nel cuore. Chi comunica, considera l’atro come un soggetto fondamentale, nella logica dell’incontro e del dialogo. Parafrasando le parole del Papa, ha poi affermato che questo è il miracolo dell’incontro che ci fa guardare gli altri con compassione, in un atteggiamento di servizio. Questo però necessita, come dice il papa, la purificazione del cuore.

Se il cuore non potenzia gli atteggiamenti positivi, non può protendere la mente al servizio della comunicazione. Chi fa parlare il cuore, cerca sempre di fare in modo che la sua informazione, faciliti la capacità di mettersi in gioco. E’ necessario disarmare gli animi, per saper parlare di pace e promuovere una cultura di pace.

Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un ‘disarmo integrale’, che si adoperi a smontare ‘la psicosi bellica’ che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano”.

Nel dibattito che è seguito all’intervento di Stefano Pallotta e del Card. Petrocchi, il vescovo ausiliare mons. Antonio D’Angelo, ha ulteriormente approfondito il messaggio di Papa Francesco, sul tema della sinodalità, ricordando che è necessario ‘parlare con il cuore nel processo sinodale’. Questa è stato anche l’occasione per fare presente il cammino che la Chiesa aquilana sta vivendo in questo secondo anno di esperienza sinodale.


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