Salute, novax, prevenzione, territorio: la medicina aquilana si interroga
di Alessio Ludovici | 31 Agosto 2021 @ 06:35 | SALUTE E ALIMENTAZIONE
L’AQUILA – E’ stato il professor Franco Marinangeli, noto protagonista della battaglia del nostro territorio contro il covid, ad aprire una riflessione. Marinangeli prende le mosse dalla querelle, più mediatica che altro a volte, tra pro vax e no vax, cercando di andare oltre gli steccati del tifo. A volte in un calderone o in un altro, spiega il professore, finiscono semplicemente legittime paure del cittadino che meritano rispetto e ascolto, e informazione: “Una mia amica mi ha fatto riflettere sul fatto che in realtà molte persone non sono no-vax ma hanno semplicemente paura del vaccino a causa delle notizie contrastanti e spesso fuorvianti che arrivano dai canali di comunicazione.”
La sincera riflessione del professor Marinangeli non è passata inosservata, ed è stata da stimolo ad esempio, ad altri interventi, come quello del dottor Antonio Altamura, medico di base dell’Alta Valle dell’Aterno: “Stamane – scrive – il bravo Marinangeli sollevava la necessità di un nuovo dialogo tra gli indecisi, i timorosi, i non adeguatamente informati e la struttura sanitaria ai fini di una ancora maggiore partecipazione alla VACCINAZIONE contro il COVID. Tra l ‘altro vorrei ricordare che ogni giorno si eseguono più di 200000 tamponi , 3- 4 – 500000 vaccinazioni più tutto l ‘altro in Ospedale e nelle altre strutture sanitarie , comprese quelle territoriali, attorno al problema COVID per il bene di tutti. Caro Franco la necessità di un dialogo efficace tra Medico e cittadino paziente la si riscontra tutti i giorni anche da noi. La Prevenzione in tema Oncologico, non solo per gli Screening , e in tema Cardiocerebrovascolare trova tante resistenze date da convinzioni culturali non degne di un paese civile. Meglio non fare , non sapere , non m’interessa , me la tiri , quello è campato 100 anni …sono all ‘ordine del giorno. Io ci aggiungerei , un argomento a cui tanto io tengo , la donazione del SANGUE. Frasi come ..sai c’avevo pensato , mio zio è donatore , non ho tempo , tanto lo farà un altro al posto mio…Distacco completo e indifferenza dalla realtà e dai consigli dei medici. Quindi troviamo un buon rapporto fiduciario questo è l ‘auspicio basato sulla partecipazione di tutti per il bene di tutti”.
Di estremo interesse anche l’intervento dell’ex rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, che aggiunge un importante punto di vista sull’impatto che il covid ha avuto anche in base alle stratificazione sociali del paese: “A causa della malattia da Covid 19 l’aspettativa di vita nel 2020 si è ridotta di 1,4 anni per gli uomini e di 1 anno per le donne. Con una divaricazione in base al reddito e all’istruzione . È noto che i poveri sono più spesso affetti da malattie croniche e per questo vengono colpiti dal rischio di morte più intenso e disuguale , senza che l’assistenza ospedaliera, seppure offerta equamente, possa evitarlo. Si dovrebbe quindi rafforzare la sanità territoriale per prendere in carico le malattie croniche predisponenti ad un aggravamento dell’infezione”.
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Il rischio è che passata la pandemia, l’emergenza, ci si dimentichi di tutto ciò che abbiamo visto, di funzionante e meno, della nostra sanità, della sua importanza e degli sforzi da fare per migliorarla ancora di più. Un rischio che, evidentemente, è ben noto al mondo della sanità che ci invita a tenere alta l’attenzione.