Sabina Guzzanti lo ha appena comunicato sul suo blog: “da un po’ che penso a fare Draquila2 perché a L’Aquila ne succedono di tutti i colori anche se purtroppo va tutto esattamente nella direzione prevista da Draquila1”.
“Draquila – L’Italia che trema è un documentario realizzato nel 2010 dalla stessa Sabina Guzzanti. Fu proiettato in anteprima esclusiva la sera del 5 maggio in Piazza Duomo all’Aquila, a 13 mesi esatti dal sisma e, il giorno dopo, nel talk show di Santoro AnnoZero, furono mostrate in anteprima immagini tratte dalle scene tagliate del film. Lo stesso anno, il film fu stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes, suscitando le feroci e indignate polemiche dell’allora Ministro della Cultura Bondi che decise di boicottare il festival ritirando la delegazione ministeriale.
“Ieri una mia orrida fotona riempiva la prima pagina de Il Giornale per chiedermi di girare un secondo film su l’aquila, sta volta contro la sinistra.”- spiega la Guzzanti sul suo blog- “L’argomento è specioso perché draquila non parlava della destra e della sinistra parlava del berlusconismo come sistema di sospensione della democrazia e dove non c’è democrazia non ci sono destra e sinistra, c’è solo prepotenza e corruzione. Però è da un po’ che penso a fare Draquila2 perché a L’Aquila ne succedono di tutti i colori anche se purtroppo va tutto esattamente nella direzione prevista da Draquila1. Non ho ancora trovato chi me lo finanzia però, chissà come mai? Il primo ha avuto tanto successo… Ieri vedendo @ilgiornale ho pensato, non è che magari me lo finanzierebbero loro? Quindi formulo la domanda formalmente: mi date i soldi per farne un altro? Non mi preoccupa il fatto che possiate intervenire sui contenuti, sono sicura che non lo fareste, lo dice sempre anche Sallusti alla tv. Dico sul serio, lo facciamo? Ci aiutate a restituire L’Aquila ai suoi cittadini, al paese e al mondo e a toglierla dalle mani degli sciacalli?”
Peccato che la discussione sia inquinata dagli schemi televisivi e il livello sia ancora non eccelso: “Allora, se ha fatto Draquila contro Berlusconi, adesso che rubba Cialente che fa sta zitta stacommunistademmerda?”
Devo quindi ricordare a quanti parlano evidentemente senza averlo visto, che Draquila non ha mostrato tanto la disonestà di Berlusconi, argomento per cui non mi sarei mai scomodata a girare un film data l’ovvietà, ha dimostrato il ben altro che ora vado ad elencare:
Draquila ha dimostrato:
1) che la capacità di controllo dei media da parte del governo era talmente forte, con buona pace di tutti quelli che lo hanno sempre negato a destra e anche a sinistra, da poter far credere al mondo intero che era già iniziata la ricostruzione dopo il terremoto. A questi slogan della propaganda hanno “creduto” perfino i giornalisti presenti e perfino i terremotati stessi che guardavano la città fuori dal fotogramma selezionato per la tv, spesso da Letta zio in persona. Il fatto che in tanti abbiano creduto l’incredibile dimostra anche che fossero entrate pesantemente in gioco fattori quali la paura e/o la speranza di un premio per la buona condotta da credulone.
2) che la Protezione Civile, ogni dove esaltata per le sue qualità di efficienza, umanità e razionalità, sotto la guida celebratissima di Bertolaso, si era trasformata, già da diversi anni, in una struttura di produzione di clientela e corruzione di mastodontiche proporzioni, tralasciando quasi del tutto la sua missione di Protezione Civile. questa metamorfosi era avvenuta nel silenzio generale con la complicità di destra e sinistra e media di riferimento reciproci.
3) ahimè che L’Aquila non sarebbe stata ricostruita e che la vita dei suoi cittadini era stata distrutta nei suoi fondamenti civili, con premeditazione.
Un modello che non è solo italiano e non è solo “berlusconiano” ma che è stato applicato con la stessa scientifica precisione nelle catastrofi che si sono succedute negli ultimi quindici anni nel mondo: con l’alluvione di New Orleans, con lo Tsunami del 2004, con la guerra in Iraq (che ha avuto tutte le caratteristiche del cataclisma per milioni di iracheni). Una strategia che va sotto il nome di Shock and awe (spaventa e sgomenta) che Naomi Klein ha ricostruito nel suo Shock Economy, che è di gran lunga a mio giudizio, il saggio più lucido sulla natura del neoliberismo. Vi consiglio vivamente di leggerlo. Vi prego di leggerlo.
Se fossi in voi lo leggerei insomma. A meno che non lo abbiate già letto e allora lo rileggerei come sto facendo io, che in realtà l’avevo solo sfogliacchiato.
“a sproposito- annuncia infine la Guzzanti- Stasera da Santoro a avrò la possibilità di dire qualcosa su de L’Aquila
Be Sociable, Share!”