Rigopiano, l’avvocata Della Vigna (parte civile): “Tragedia che si sarebbe potuta evitare”

Sono 30 gli imputati, 29 dei quali hanno chiesto il rito abbreviato

di Marianna Gianforte | 20 Gennaio 2022 @ 06:00 | CRONACA
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FARINDOLA – “Una tragedia che si sarebbe potuta – e dovuta – evitare”: parole dell’avvocata di parte civile Wania Della Vigna. Rigopiano come L’Aquila, Amatrice e come tanti altri disastri e morti che la storia italiana conta negli ultimi anni, dovuti a terremoti, valanghe, alluvioni ma – presumibilmente – causati in modo indiretto dall’uomo, per negligenze (nelle costruzioni ad esempio) o mancanze (di controlli), o non rispetto delle norme.

Ne sono convinti non soltanto i famigliari delle vittime delle catastrofi dovute alla “natura” in Italia, ma anche gli avvocati che li assistono per parte civile. Wania della Vigna – che difende gli interessi dei famigliari e dei superstiti anche di diversi processi legati ai crolli dei terremoti dell’Aquila (2009) e di Amatrice (2016) – è una di loro; assiste, per quanto riguarda la tragedia di Rigopiano, la famiglia di Sara Angelozzi, che perse la vita con il marito Claudio Bandini il 18 gennaio di cinque anni fa, sotto l’enorme massa di neve piombata sul resort del Gran Sasso dove stavano trascorrendo alcuni giorni di villeggiatura. Della Vigna racconta che Sara e Claudio avevano ricevuto un buon regalo per un soggiorno vacanza che si sarebbe dovuto concludere – ironia della sorte – martedì 17 gennaio 2018, poi prolungato ancora per qualche giorno.

E la memoria va a un’altra tragedia: la Casa dello studente dell’Aquila, buttata quasi completamente giù come burro dalla scossa di magnitudo 6.3 del terremoto aquilano di 13 anni fa, e per il quale Della Vigna è avvocata di alcune delle parti civili. Quale differenza c’è tra il crollo dell’edificio studentesco e la valanga che travolse l’hotel Rigopiano, a Farindola, nel 2018? La tendenza a definire, nelle posizioni difensive, quei fatti come “inevitabili perché causati da un evento naturale”, è corretta? L’avvocata di parte civile non ha dubbi, la sciagura di Rigopiano – che costò la vita a 29 persone, si sarebbe potuta evitare, così come la morte degli otto giovani studenti dell’Aquila – :

“Sono trenta gli imputati per la tragedia di Rigopiano, per i quali la procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio: 29 di loro hanno chiesto il rito abbreviato. Per questo il giudice Gianluca Sarandrea si è avvalso della perizia di un pool di esperti dell’università del Politecnico di Milano, demando alcuni aspetti legati ad esempio, al rapporto tra terremoto (che si verificò proprio il 18 gennaio, ndr) e la valanga che poi travolse l’hotel e lo stato della viabilità nelle ore del maltempo. Nella prossima udienza si affronterà, invece, la posizione dell’unico imputato che non ha chiesto il rito abbreviato.

I miei assistiti non cercano vendette o capri espiatori: chiedono soltanto di conoscere la verità, il motivo per il quale i loro cari quel pomeriggio non si sono potuti salvare”.

L’intervista:


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