Ricostruzione beni culturali al palo, ultimi appalti 3 anni fa

D'Amico del Segretariato, "Mancano soldi e personale ma primi fondi in primavera"

di Redazione | 02 Marzo 2020 @ 05:58 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – Coi cantieri paralizzati, nessuna gara d’appalto – o quasi – da oramai tre anni e molte delle ditte in affanno, i beni culturali, insieme agli edifici pubblici, rappresentano il vero cono d’ombra della ricostruzione post-terremoto dell’Aquila.

A undici anni dal 6 aprile, tanto è stato fatto in termini di beni monumentali da parte del Segretariato regionale, stazione appaltante di gran parte degli immobili di pregio storico e architettonico, ma c’è ancora molto da ricostruire e pesano soprattutto i ritardi nei bandi per l’affidamento di nuovi lavori, visto che tutti gli edifici che vengono riconsegnati in questa fase sono frutto di appalti espletati oramai diversi anni fa.

Le cause del problema, secondo il segretario regionale del Ministero dei beni culturali Stefano D’Amico sarebbero da imputare soprattutto “alla carenza di personale e alla situazione finanziaria corroborante in cui verte il Segretariato”.

“Stiamo lavorando con forze ridotte e i soldi stentano ad arrivare – spiega a L’Aquila Blog – . I ritardi effettivamente ci sono ma il quadro non è del tutto negativo come viene dipinto, visto soprattutto che, a breve, è anche prevista la riconsegna di alcuni cantieri”.

D’Amico si riferisce alla chiesa di San Pietro a Coppito e dell’ex chiesa di Sant’Agostino e al completamento del restauro del teatro San Filippo, in programma per il prossimo settembre. Dovrebbe inoltre essere riaperta a fine anno la chiesa capo quarto di San Pietro, mentre per quanto riguarda Palazzo Ardinghelli, bisognerà attendere il 31 marzo, con l’inaugurazione, a giugno, della sede distaccata del Maxxi, il museo delle arti e dell’architettura del XXI secolo.

“Auspichiamo che la situazione finanziaria possa sbloccarsi almeno a primavera – aggiunge D’Amico – e solo allora avremo gli strumenti per procedere con l’apertura dei nuovi bandi”.

Il 20 febbraio scorso è stata infatti firmata la convenzione tra il Segretariato regionale Mibact e il Segretariato generale per l’accreditamento dei 28 milioni provenienti dai fondi ministeriali destinati alla valorizzazione delle antiche mura cittadine, all’esecuzione del primo lotto dei lavori della Cattedrale di San Massimo e alla ricostruzione della chiesa di Santa Maria Paganica.

Le tempistiche sono al momento ancora da definire, vista soprattutto l’entità delle procedure di avvio: se per quanto riguarda le mura, infatti, il progetto già esiste e si tratta solo di appaltare i lavori, quello del Duomo è ancora in corso di validazione e, prima dell’avvio del restauro, bisognerà anche attendere la valutazione antisismica. Tutto ancora da vedere, infine, per l’acquisizione del progetto di Santa Maria Paganica.

Rimarrà in ogni caso aperto il problema legato alla carenza di personale negli uffici del Segretariato anche se, come tiene a precisare D’Amico, “nonostante la carenza cronica di personale, i cantieri vanno avanti”.

“A marzo i soldi dovrebbero arrivare – insiste – , anche se è difficile lavorare con poche persone e nemmeno si può assumere gente e poi non essere in grado di pagarla”.

Dal Segretariato i dati filtrano col contagocce, ma da quanto appreso dagli uffici negli ultimi tre anni sono stati una manciata i lavori appaltati.


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