È un groviglio di interessi che coinvolge ‘ndrangheta e massoneria l’inchiesta denominata Lybra, coordinata dalla procura distrettuale di Catanzaro. Ventiquattro le persone finite in carcere giovedì con l’accusa di associazione a delinquere. Uomini delle cosche come i Tripodi, un clan molto influente nel Vibonese, legato ai Mancuso di Limbadi, faccendieri e massoni come Francesco Comerci, amministratore di alcune imprese edili prestanome dei Tripodi e, titolari di ditte edili.
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TANGENTI PER LA RICOSTRUZIONE DELL’ABRUZZO – Francesco Comerci, prestanome dei Tripodi e proprietario della ditta Edil Sud, un certo professor Festa e Guido Della Giacoma, legale rappresentante della Medialink Italia, la società di Brescia che si occupa di sviluppare soluzioni di telecomunicazioni, si sarebbero recati in un ufficio a Roma a piazza Rondanini. In quella mansarda – racconta il manager della Medialink – «ebbi modo di sentire che si parlava di appalti per la ricostruzione dell’Abruzzo». Nel corso della conversazione, a cui non partecipò il presidente degli industriali di Roma, a Della Giacoma fu fatto questo ragionamento: per far entrare nel mercato romano degli appalti la Medialink occorreva far parte di un club e stipulare un contratto di consulenza per un importo iniziale di 50.000 euro a favore di una non meglio specificata società. Per il manager bresciano era una evidente richiesta di tangente. «Devo sottoporre questa richiesta al consiglio d’amministrazione della società» – disse Della Giacoma – e si defilò.
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