Tanto tuonò che piovve. Il quorum del Referendum sulla giustizia non è stato raggiunto. L’affluenza è stata bassissima.
I seggi per votare al referendum sulla Giustizia si sono chiusi alle 23 di ieri 12 giugno. I cinque referendum sulla giustizia per cui si è votato domenica in Italia non hanno raggiunto il quorum e quindi sono stati bocciati.
Dopo che per decenni il tema della giustizia è stato in cima all’agenda politica, alla prima occasione utile per poter cambiare le carte in tavola -anche solo un poco- su mandato dei cittadini, gli elettori disertano le urne e molti partiti fanno vergognosamente ammuina.
I referendum di oggi servivano a dare un segnale ma sono stati praticamente affossati dalla politica e dal governo. La mancanza di informazione, il silenzio di alcuni partiti, i consigli sul “non andate a votare” sono stati tutti escamotage per spingere la gente a non andare alle urne e andarsene al mare.
Il
sondaggio di
Ipsos sui pensieri dei cittadini che si apprestano al voto, presentato a
Di Martedì nella puntata dello scorso 24 maggio, ha mostrato che solo il 56% degli intervistati era a conoscenza che il 12 giugno si sarebbe svolta la consultazione referendaria. Di questi però “i più ne ignorano il tema”, cioè non sanno nemmeno per cosa si vota. E’ sconcertante.
Quindi, cosa dobbiamo pensare? Che alla prova dei fatti il tema giustizia non è importante per milioni di italiani. Forse sì. Ma per cambiare le cose bisogna votare. L’astensionismo e il mancato quorum sono, comunque, una sconfitta per tutti ma, soprattutto, per la democrazia. Votare sarebbe stato dare un segnale politico e spingere il Parlamento a fare riforme che possano migliorare l’amministrazione della giustizia.
Un’altra debacle. L’ennesima degli ultimi anni.
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I cinque quesiti referendari
Il corpo elettorale per i 5 quesiti referendari – sulla “legge Severino” per l’incandidabilità dopo condanna, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, sulle firme per le candidature al Csm – è di 50,9 milioni elettori, di cui 4,7 milioni all’estero (la rilevazione risale all’8 giugno scorso). Cinque i colori delle schede consegnate ai votanti: rossa, arancione, gialla, grigia e verde.
Chi ha votato
Ammessi al voto tutti i cittadini maggiorenni presenti nelle liste elettorali.