Referendum costituzionale, dalla Consulta via libera all’election day del 20 e 21 settembre

di Redazione | 12 Agosto 2020 @ 19:11 | VERSO LE ELEZIONI
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Via libera all’election day del 20 e 21 settembre. Il semaforo verde arriva dalla Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i 4 conflitti di attribuzione che erano stati sollevati sul taglio dei parlamentari e sul relativo referendum e sull’abbinamento della consultazione con le elezioni per il rinnovo di sette Consigli regionali. A proporre i conflitti erano stati il Comitato promotore per il no, la Regione Basilicata, il senatore Gregorio De Falco (Gruppo misto) e +Europa.

Si voterà quindi contestualmente per le Regionali e per il referendum confermativo della riforma del taglio dei parlamentari.

Su cosa voteremo e come

Il quesito che troveremo sulla scheda è semplice:

«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?».

Le modifiche in questione prevedono un taglio del 36,5% dei componenti di ambedue i rami del Parlamento: alla Camera si passerebbe da 630 a 400 deputati, mentre al Senato da 315 a 200 seggi elettivi. E’ un referendum confermativo: il  varrà per confermare la riforma, il No per stopparla.

La riforma prevede contestualmente una riduzione dei parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, che passano da 12 a 8 alla Camera e da 6 a 4 al Senato. Sempre per quanto riguarda il Senato, che da Costituzione è eletto su base regionale, il numero minimo di senatori per ciascuna Regione scende da 7 a 3. Invariati invece i seggi assegnati al Molise (2) e alla Valle d’Aosta (1). Nella riforma inoltre le provincie autonome di Trento e Bolzano vengono equiparate alle Regioni.

Si fa poi chiarezza definitiva sul numero massimo di senatori a vita nominati dal presidente della Repubblica, che in Aula non potranno essere più di cinque.

Non è previsto il raggiungimento di un quorum, a differenza del referendum abrogativo (50% + 1 degli aventi diritto). La consultazione sarà dunque ritenuta valida indipendentemente dalla partecipazione o meno della maggioranza degli elettori. Originariamente previsto per il 29 marzo scorso, il referendum è stato rimandato a causa dell’emergenza provocata dalla pandemia di Coronavirus.


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