Il fascicolo su pagamenti fatti ad alcuni giornalisti per turni di notte, festivi e straordinari. In corso anche indagine interna.
Nuova bufera sulla tv di Stato italiana. L’edizione on line del Fatto Quotidiano scrive che la procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul caso dei presunti pagamenti fatti dalla Rai ad alcuni giornalisti del Tg1 per turni notturni, giornate festive e straordinari mai svolti. Il fascicolo è privo di ipotesi di reato e di indagati. Gli accertamenti sono partiti da una denuncia anonima indirizzata sia ai vertici della televisione di Stato sia a varie autorità tra cui la Procura della Repubblica di Roma. Sulla vicenda è in corso anche un’indagine interna da parte di viale Mazzini. Secondo l’anonimo che ha portato alla ribalta la questione, “le irregolarità si sarebbero verificate in gran parte quando a dirigere il Tg1 era Alberto Maccari e, in parte minore, durante la gestione del discusso Augusto Minzolini, oggi parlamentare del Pdl. “Il reato che potrebbe configurarsi, in caso di riscontri alle accuse dell’anonimo – scrive Il Fatto on line – è quello di truffa”.
“I giornalisti onesti del Tg1″. E’ la strana firma del mittente di una lettera anonima che il 21 novembre 2012 viene recapitata ai vertici della Rai, alla Corte dei Conti e alla Procura di Roma. Dice l’anonimo: 35 grandi firme si assegnano presenze inesistenti per lucrare stipendi più alti. La notizia arriva anche alla stampa, il dg Gubitosi avvia l’indagine interna. Si scopre che sui 10 dei 35 giornalisti su cui ci si è concentrati, i sospetti si rivelano più che fondati.
Il badge ballerino. Per esempio (su Repubblica dell’11 aprile) un volto molto noto della tv avrebbe lavorato 78 giornate in tre mesi, delle quali 76 con il benefit del lavoro notturno (se entri prima delle 5 e 30 prendi il 25% in più al giorno, se esci dopo le 23 e 30 il 20% in più, 16 notturni valgono un mensile parecchio più pesante). Il badge del giornalista dice cose molto diverse: al momento dello scatto del surplus, sovente il titolare se ne stava a casa o da qualche altra parte, ma non in Rai.
«Siamo allibiti e sconcertati – dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Se saranno confermati i fatti contestati ci troveremmo di fronte ad una gravissima truffa a danno della Raie quindi degli utenti. Il servizio pubblico, infatti, è finanziato dai cittadini attraverso il pagamento del canone e un utilizzo scorretto delle risorse Rai, come ilpagamento di turni mai svolti, danneggia in primis la rete di Stato, e subito dopo i teleutenti che la finanziano». Il Codacons e l’ Associazione Utenti Radiotelevisivi intendono costituirsi parte civile.
Il comitato di redazione del Tg1, la rappresentanza sindacale, fa sapere di aver sempre sposato «la linea della trasparenza, della correttezza e del rigore nel rispetto delle regole, ma anche della salvaguardia di tutti i colleghi che tutti i giorni lavorano svolgendo i propri turni a volte anche al di là del dovuto per realizzare un buon telegiornale, che infatti è in fase di ripresa».