Province, dietro front in parlamento: un Ddl per ripristinare l’elezioni diretta e a suffragio universale
di Alessio Ludovici | 16 Gennaio 2023 @ 06:00 | POLITICA
L’AQUILA – Sono sei i disegni di legge che girano nei corridoi dei due rami del parlamento per ripristinare l’elezione diretta di presidenti e consigli provinciali. Già depositati quelli di Fi, FdI, Lega, Pd, e su cui la commissione Affari costituzionali aprire le audizioni, il che fa pensare ad un sostanziale accordo tra le parti in merito più, si vocifera, sono in arrivo quelli di Italia Viva e Movimento 5 stelle.
Elezione diretta, ricordiamo, fatta fuori dalla riforma Del Rio. Eravamo in piena polemica sugli enti inutili, e a farne le spese furono forse quelli con l’impatto minore sulle casse dello stato, il glorioso Corpo Forestale dello Stato ad esempio, cancellato dalla riforma Madia, e poi le province. Una riforma per di più rimasta monca, gli enti sono ancora lì ma senza alcun controllo democratico. Presidente e consiglieri provinciali sono scelti in un’elezione di secondo livello da e tra sindaci e consiglieri comunali del territorio provinciale di riferimento. Ora i partiti sembrano voler far marcia indietro archiviando la legge Delrio del 2014. A dare il là alla controriforma un disegno di legge della capogruppo di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli che però si spinge anche oltre ed affronta anche le questioni di altri enti locali, come comuni metropolitani e comuni sopra i 15mila abitanti.
“Il riconoscimento delle province- spiega la Ronzulli – necessita di essere effettivo e non meramente nominale come è avvenuto in questi anni. Ciò presuppone due condizioni: l’adeguatezza delle disponibilità finanziarie rispetto alle funzioni esercitate e la possibilità per le province di interloquire direttamente con i di versi livelli di governo, non ultimo con le strutture centrali dello Stato a seguito di un mandato elettorale agli organi di governo che la compongono”.
Un disegno di legge composto da pochi articoli quello della Ronzulli. In particolare il primo prevede proprio che il presidente della provincia e i consiglieri provinciali siano eletti a suffragio universale e diretto.
L’articolo 2 prevede l’elezione diretta del sindaco metropolitano e del consiglio metropolitano. L’articolo 3, e su questo vedremo quale sarà il consenso in aula, modifica all’articolo 72 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali in materia di elezione del sindaco al primo turno nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, al fine di prevedere che l’elezione al primo turno sia consentita al candidato che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi, a condizione che abbia conseguito almeno il 40 per cento dei voti validi. In pratica si abolisce il ballottaggio per le elezioni comunali dei comuni sopra i 15mila abitanti.
L’eco delle manovre romane è arrivato in Abruzzo, regione che gioca un ruolo importante perché proprio il deputato abruzzese Nazario Pagano, di Forza Italia, è il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera: “Le Province – ha commentato in una nota – vanno ripristinate al più presto per come erano originariamente abbandonando definitivamente la riforma Delrio che ha generato un sistema ‘patologico’ al livello elettorale, con i cittadini che si sono visti togliere il diritto a votare direttamente presidente della Provincia e Consiglio provinciale, e creato estrema confusione di competenze”. “Depotenziate le Province – prosegue Pagano – ci si è presto resi conto che lo svolgimento di alcune funzioni amministrative può essere garantito solo da un ente intermedio che per storia, esperienza, competenza e rapporto con i cittadini dispone di tutte le forze necessarie”. “Un ente del genere che, secondo me, sarà fondamentale nel prossimo futuro deve avere una adeguata legittimazione: ecco perché, come presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, mi occuperò personalmente di favorire una riforma che possa ridare voce a milioni di elettori, recuperare il rapporto fiduciario tra elettore e rappresentante delle Istituzioni, portando all’elezione diretta dei presidenti di Provincia”.