“Prova a spegnere e riaccendere”: l’Italia digitale della seconda ondata, è come la prima

di Alessio Ludovici | 01 Novembre 2020 @ 06:15 | ATTUALITA'
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Doveva cambiare tutto, il lavoro, l’urbanistica, i trasporti, la pubblica amministrazione, la sanità, la scuola, i nostri stili di vita e chissà cos’altro. Sembrava imminente la rivoluzione digitale, con i suoi pro e contro da gestire, così ci avevano presentato il post lockdown, al 30 ottobre l’Italia sembra quell’amico che quando non ti funziona qualcosa ti dice prova a spegnere e riaccendere. E tu gli rispondi, tronfio come se avessi fatto qualcosa di intelligente, già fatto. Non è cambiato niente se non la nostra impreparazione anche di fronte alla seconda ondata di restrizioni e probabilmente anche alla terza di gennaio, alla quarta di febbraio e così via. 

E’ successo con il tracciamento, una bellissima app Immuni, messa lì, utile come una tv da 70 pollici in una casa senza corrente, varata a giugno, a ottobre abbiamo capito che l’app da sé non basta, ha bisogno di persone nei territori che lavorino ai dati che questa produce, ma non si sa quali dati e ora avrà un call center nazionale che, come denuncia Agenda Digitale, non si sa quali compiti abbia.

E’ successo a scuola, l’eroica dad di emergenza è stata istituzionalizzata, a marzo “i tempi di attivazione delle misure di distanziamento fisico – spiega sempre Agenda Digitale – non hanno permesso una riflessione adeguata sugli ambienti e sulle mediazioni dell’azione educativa negli ambienti digitali”. Vediamo cosa è cambiato, adesso i docenti hanno tutta una serie di norme da seguire, come fare l’appello, ecc.., ma come a marzo non hanno idea di come usarla da un punto di vista didattico, di come adattare l’insegnamento ad una tecnologia, cosicché alla fine è quest’ultima inevitabilmente a cambiare la didattica, il mezzo è il contenuto, soprattutto se il contenuto non è stato preparato: standardizzazione e impoverimento educativo denunciano amministratori, pedagoghi ecc. A marzo, del 2021, forse basterà far partire un video su youtube

La sfida del trasporto pubblico è stata combattuta con il monopattino, un po’ come quando si invadeva la Russia con le scarpette primaverili.

Ci prospettavano una rivoluzione in medicina, la telemedicina, i robot nei reparti covid, “come in Cina!”, “il fascicolo sanitario!” e siamo con le pile di carta a firmare liberatorie anticovid che nessuno leggerà mai. Lo smartworking, riacceso anche questo dopo le recenti restrizioni, è quanto di più complicato per il cittadino, e immaginiamo anche per il lavoratore, gli sportelli online si contano sul palmo di una mano, non si sa nulla delle procedure, si è tornati al caro vecchio “conosco uno in quell’ufficio” che era la norma qualche decennio fa. 

Tornano improvvisamente di moda parole che avevano raggiunto il picco di diffusione durante la prima ondata, come industria 4.0. E’ tornato anche il commercio online con il generoso sforzo di piccoli commercianti ed esercizi per battere la crisi. La crisi loro visto che nel frattempo Amazon annuncia di aver triplicato gli utili. E’ boom anche per Netflix e soci, mentre noi piangiamo la scomparsa, annunciata anni fa, di multisale, ecc. Ci resta “un Natale sereno”, anche se adesso sembra più il titolo di un cinepanettone o l’immancabile messaggio whatsapp di qualche sconosciuto amico.

Che dire, a te e famiglia.


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