Il giudice del lavoro del Tribunale dell’Aquila, ravvisando comportamento antisindacale, ha condannato Villa Letizia s.r.l. all’assunzione dei 53 lavoratori ex Sanatrix, con l’inibizione a procedere ad altre assunzioni ai danni dei lavoratori stessi. Il ricorso al tribunale del lavoro è stato presentato dalla Cgil che denuncia la latitanza delle istituzioni e la solitudine sindacale e politica in cui è stato condotto il ricorso. Nel novembre del 2011, nell’ambito del fallimento del Gruppo Villa Pini, a cui apparteneva la Sanatrix, era stato sottoscritto un accordo tra Villa Letizia, il curatore fallimentare del gruppo e i sindacati sul riassorbimento dei 50 posti letto della Sanatrix a condizione della riassunzione dei suoi lavoratori. Dopo aver preso gli accreditamenti della Regione nel settembre del 2012, Villa Letizia non ha riassunto i lavoratori Sanatrix, ma contrattualizzato altre persone. Il giudice ha sentenziato il rispetto dell’accordo e condannato Villa Letizia s.r.l. alle spese processuali. La Cgil auspica l’immediata partenza delle assunzioni, che secondo l’accordo devono essere realizzate tutte entro il 2014. I lavoratori sono attualmente in cassa integrazione in deroga, alla media di 400 euro ognuno, erogata trimestralmente. I venti mesi di ritardo, rispetto all’accordo di riassorbimento, sono costati alla collettività 580mila euro di ammortizzatori sociali.