Il giorno dopo l’annuncio della definitiva «salita» in politica di Mario Monti, nella nuova «formazione» già si intravedono le prime prove di forza. Pier Ferdinando Casini pianta paletti rivendicando ruolo e identità dell’Udc; il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, sbatte la porta deluso dall’assenza di una lista unica alla Camera e dal mancato riconoscimento del suo ruolo; Mario Monti affila le armi di una campagna elettorale che vuole combattere in Tv e su Internet, con l’obiettivo di fare della ‘sua‘ lista elettorale civica la gamba più solida della coalizione in modo da dimostrare, anche ai partiti alleati, che non sarà solo la «guida» dello schieramento, ma anche leader politico con maggiori consensi.
Nel centro destra sempre più confuso, Angelino Alfano si marca dalla Lega «Discussione con la Lega ancora in corso. Alcune importanti questioni, però, non ci convivono e potrebbero indurci a separare il nostro percorso».
E Berlusconi, uscendo dalla sede di via Rovani, replica al segretario della Lega Roberto Maroni che ieri ha chiesto al Pdl di trattare un’alleanza in Lombardia ma non nazionale: «Non è possibile procedere in una direzione come questa». Quanto alla posizione di Gabriele Albertini in Lombardia, che ha detto che non ritirerà la sua candidatura, il cavaliere ha risposto: «ormai è così, non insisto più», comunque «non c’è un ostacolo Albertini dirimente sull’accordo fra noi e la Lega». (m.c.)