Poligoni, la Soa: “Ecco come hanno ridotto Monte Stabiata”
di Redazione | 25 Luglio 2022 @ 14:14 | AMBIENTE
L’AQUILA – “Ecco come hanno ridotto il parco del Gran Sasso nell’area del poligono militare di Monte Stabiata” scrive Augusto De Sanctis della Soa Abruzzo. “Anni e anni di esercitazioni con mezzi pesanti, svolte addirittura senza Valutazione di Incidenza Ambientale (è pure sito protetto a livello europeo!) e senza nulla osta dell’area protetta, hanno sconvolto il cotico erboso e il suolo”.
De Sanctis, a nome della Stazione Ornitologica Abruzzese, ha inviato una lettera alle istituzione richiamandole all’obbligo del ripristino e restauro ambientale.
La lettera è indirizzata all’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Carabinieri-Forestali del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, al Comune di L’Aquila, alla Regione Abruzzo – servizio VIA, alla Regione Abruzzo – ufficio parchi, alla Regione Abruzzo – servizio foreste, al Comando Militare Esercito “Abruzzo”, ai Membri del Comitato VIA, ai Membri del Comitato Misto Paritetico della Regione Abruzzo, ai Carabinieri-Forestali del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, alla ASBUC Collebrincioni e per conoscenza al Ministero della Transizione Ecologica, ai Carabinieri-Forestali – comando generale dei Carabinieri-Forestali e al Ministero della Difesa.
Il testo della lettera: “Alcuni attivisti della scrivente associazione hanno svolto una breve escursione nelle aree del poligono di Monte Stabiata nel Comune di L’Aquila nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, nonché Zona di Protezione Speciale per la UE. Ha svolto anche un accesso agli atti presso l’Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in merito al poligono.
Oltre alle questioni attinenti la procedura di bonifica in corso dal 2014 e non ancora conclusa, oggetto di una precedente nota, abbiamo riscontrato che fino al giugno 2021, sulla base di quanto reso pubblico con gli avvisi murali, sono state svolte nel poligono suddetto esercitazioni di vario genere (a fuoco e per la guida di mezzi militari).
Attraverso l’accesso agli atti abbiamo appurato che tali attività:
-dal 1997, anno di entrata in vigore del DPR 357/1997, fino al 10/02/2022 (parere VIA n.3602 valevole peraltro esclusivamente per le attività cosiddette “in bianco” e senza guida off-road) sono state svolte senza la previa e obbligatoria Valutazione di Incidenza Ambientale;
-dal 1995, anno di istituzione dell’Ente Parco Nazionale (DPR 5 giugno 1995) al 2021, sembrerebbero essere sono state svolte senza il previo e obbligatorio nulla osta dell’Ente Parco (il condizionale è relativo solo agli anni ante-2008, in quanto l’ente parco, per difficoltà nel reperimento della documentazione cartacea, non ci ha potuto garantire al 100% l’inesistenza di atti precedenti).
Già tale situazione è a nostro avviso di gravità inaudita, in considerazione dello status di tutela internazionale del sito dal punto di vista ambientale e del fatto che vi era piena consapevolezza da diversi anni della necessità della V.Inc.A.
A parte tutte le altre questioni su cui siamo già intervenuti, qui vogliamo sollevare quella della diffusa presenza di tracce derivanti dal passaggio dei mezzi militari, con veri e propri solchi sui versanti e distruzione della copertura vegetale.
Le immagini aeree, così come quelle raccolte sul posto, sono inequivocabili. Oltre a quella in apertura della nota, qui di seguito una breve e parziale carrellata di immagini esemplificative dello stato pietoso in cui è ridotto il sito.
Oltre alla distruzione diretta di cotico erboso e del suolo, con, in alcuni casi, l’affiorare del substrato roccioso, si notano anche processi erosivi che interessano le fasce immediatamente circostanti.
Per quanto sopra esposto, fermo restando lo sconcerto (in considerazione del fatto che la questione è ben nota al Comitato V.I.A. e all’Ente Parco) su come sia stato possibile ignorare tale questione fin dal parere V.Inc.A. n.3602 del febbraio 2022 favorevole per le attività “in bianco” senza guida off-road (e considerata l’ulteriore richiesta di V.Inc.A. per la prosecuzione di tali attività per la quale è prevista la discussione nella seduta di domani dal Comitato VIA regionale), si chiede di imporre immediatamente l’obbligo all’immediato ripristino/restauro ambientale di tutte le piste e delle aree circostanti, tenendo anche conto che diverse delle specie tutelate dalla Direttiva comunitaria in oggetto presenti nell’area dove nidificano a terra o su bassi cespugli (ad esempio il Calandro e la Tottavilla).
L’omissione degli interventi di ripristino determina un ulteriore e progressivo aggravio dell’impatto sulla naturalità del sito e su specie di interesse comunitario nonché. Ovviamente ci riserviamo ogni altra azione utile, anche presso la Magistratura, per la tutela dell’area e il rispetto delle normative comunitarie e nazionali. Siamo disponibili a fornire tutto il materiale video e foto acquisito durante l’escursione.”