Pnrr, rete smart e ricerca perdite: i progetti per mettere in sicurezza l’acqua abruzzese

di Alessio Ludovici | 19 Maggio 2023 @ 06:00 | AMBIENTE
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L’AQUILA – Acqua, tema ormai all’ordine del giorno: dove e quando ce n’è troppa poca, e dove e quando troppa . La gestione delle infrastrutture idriche in Italia è ad una svolta decisiva ed è chiamata a uno sforzo innovazione. Nasce così il convegno aquilano di ieri promosso dal Commissario straordinario per la Sicurezza del Sistema Idrico del Gran Sasso, Corrado Gisonni che ha chiamato a raccolta tutti i protagonisti della vicenda acqua regionale per fare un punto della situazione. 

La transizione digitale deve essere un’opportunità di reale cambiamento e non un mero aggiornamento di tecnologie. Ad introdurre la giornata il commissario Gisonni che ha ricordato le principali emergenze regionali e non solo in materia, la dispersione idrica che in Abruzzo, nonostante l’abbondanza di risorsa, è ancora alta e l’acqua per uso irriguo: l’agricoltura si beve il 55% dell’acqua e ogni strategia, ha ricordato Gisonni, deve tenere conto di questo aspetto altrimenti è destinata a fallire. In apertura di giornata i saluti di Marsilio, in remoto, e di Imprudente poi rimasto anche per partecipare alla tavola rotonda del pomeriggio. 

“Lavoriamo per creare una rete più efficace, più efficiente, più resiliente, capace di offrire soluzioni.  La transizione digitale in atto in diversi ambiti del comparto idrico può rappresentare un’opportunità di reale cambiamento perché l’innovazione tecnologica può aiutare in maniera importante a ridurre dispersione e a ottimizzare la risorsa idrica. Non deve essere sprecata neppure una goccia d’acqua”. Queste le parole del Presidente della giunta regionale Marco Marsilio. “Il tema della siccità – ha proseguito – sta diventando sempre più urgente e drammatico nel mondo e anche in Italia e si accompagna a stagioni di grandi precipitazioni con danni conseguenti nel dissesto idrogeologico e nella gestione del territorio”. Poi uno sguardo alle tempistiche, la grande preoccupazione di tutti: “I tempi del PNRR impongono di andare immediatamente a gara, di aprire subito i cantieri e di concludere le opere entro il 2026. Sarà un contributo importante per recuperare l’efficienza e completare una interrelazione tra i diversi acquedotti per fare in modo che l’uno possa supplire all’altro”.

“E’ stato un interessante convegno – il commento del vice Presidente Emanuele Imprudente –  sul tema della digitalizzazione delle reti e sugli investimenti sul sistema idrico integrato abruzzese grazie al Pnrr e ai fondi messi a disposizione con il Fers per ridurre le perdite e gli sprechi e digitalizzarlo secondo un sistema ingegneristico moderno che prevede dei distretti specifici e puntuali”.

I progetti per l’Abruzzo

Ad illustrarli, in rappresentanza degli enti gestori, Mario Di Gregorio della Gran Sasso Acqua: per l’Abruzzo ci sono 65milioni di euro a valere sui 900 messi a disposizione dal Pnrr per tutta l’Italia. In Abruzzo saranno circa 7mila di rete interessati dai progetti del PNRR. Sono nove tipologie di interventi, si va dalla mappatura e digitalizzazione della rete alla fornitura e l’installazione misuratori smart nei nodi, dalla modellazione e progettazione idraulica alle tecnologie di early warning, dalla ricerca perdite all’installazione degli smart meter utenti finali fino, in alcuni casi, ad interventi di sostituzione della rete. Interventi parziali, comunque, ha specificato Di Gregorio: la modernizzazione della rete idrica italiana ha costi altissimi e il Pnrr è solo una prima parte che comunque dovrebbe aiutare anche ad armonizzare la gestione della rete nei diversi ambiti magari anche nell’ottica di arrivare a un gestore unico regionale.

Ci sarà in questo senso una piattaforma unica, e una progettazione dei distretti, con installazione di misuratori di pressione e portata, per avere sempre un quadro puntuale bilancio idrico maglia per maglia e gestirne le pressioni in modo efficace. Fondamentale i progetti sulle perdite. L’attività di ricerca delle perdite verrà fatta, ha spiegato Di Gregorio, con modelli aerei e satellitari che con microonde riescono ad individuare lo spettro dell’acqua potabile diversi metri sotto il suolo. Dopo ci sarà una ricerca sul campo per individuare esattamente la perdita. Infine gli smart meter nelle utenze finali, 20mila per la Gran Sasso Acqua. La digitalizzazione della rete dovrebbe migliorare l’efficienza dei processi decisionali e di manutenzione con beneficio per le casse dei gestori e per l’ambiente: 1300 i km di Gsa interessati dalla digitalizzazione. Il subambito aquilano sarà interessato, inoltre e non con fondi Pnrr, da un progetto di rifacimento dell’acquedotto di Chiarino da parte dell’Ersi. Ovviamente, su tutti i progetti incombe il fattore tempo: i tempi del Pnrr sono strettissimi e la sfida per centrare gli obiettivi non facile. 


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