Interrogatori di garanzia la prossima settimana. Il tesoriere della Margherita si difende: tutti sapevano.
Riciclaggio, intestazione fittizia di beni e violazioni di normative fiscali. Sono queste le ipotesi di reato che sono prese in esame dagli inquirenti della Procura di Roma nei confronti del senatore Luigi Lusi, della moglie, e di due commercialisti, oggetto ieri di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Simonetta D’Alessandro per la fattispecie di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita.
Il giudice non avrebbe ancora fissato gli interrogatori di garanzia, e per farlo secondo legge ha 10 giorni di tempo, ma quasi certamente la signora Giovanna Petricone e gli altri saranno ascoltati la prossima settimana. Il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci una volta recepita una ulteriore informativa degli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza in merito alle perquisizioni eseguite ed agli ultimi controlli, potrebbero depositare gli atti entro l’estate.
A piazzale Clodio – si sottolinea – che comunque prima di compiere nuovi passi formali si attenderà la decisione del Parlamento rispetto alla richiesta di misura cautelare per Lusi. I magistrati attendono anche che l’ispettore della Banca d’Italia che è stato nominato quale consulente depositi il proprio lavoro rispetto a fondi e società gestite dal senatore e dagli altri.
Lusi intanto si difende: “Mi sento come uno che è stato spremuto e gettato via dalla Margherita” e l’errore è stato proprio fidarsi dei colleghi del partito, “Mi sono fidato troppo e non ho mai scritto o registrato niente”, ha detto in alcune interviste l’ex tesoriere della Margherita.
Un provvedimento “abnorme e assurdo” secondo il senatore che ammette di “aver commesso i miei errori e me ne sono assunto le responsabilità, ma come si può credere che io per 12 anni abbia deciso da solo dove dovevano andare i soldi? E’ meglio che non parli, perché mi sento come un vulcano inesploso…”. Del resto, ragiona Lusi, “la cosa migliore, sempre, è intestare tutto al tesoriere. E’ vero che ho firmato tutto quel che è uscito dalle casse della Margherita dal 2001 al 2011, ma chi mi ha detto di farlo? Penso che questo Paese non ha capito come funzionano i partiti”. La giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, conclude Lusi, “deciderà secondo giustizia, sono persone perbene. Quasi quasi – osserva – spero che dicano sì, così almeno si potrà andare fino in fondo a questa vicenda”.