Peste suina, Cagnano ‘zona infetta’: niente pic-nic a Cinno e a Cascina

Già due le attività di ricerca di carcasse di cinghiali avviate dal Comune. Il vicesindaco Carosi: "Per ora tutto è sotto controllo, siamo in attesa di provvedimenti della Regione Abruzzo"

di Marianna Gianforte | 20 Giugno 2022 @ 06:09 | SALUTE E ALIMENTAZIONE
peste suina
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CAGNANO AMITERNO – Niente pic-nic, stop alle arrostate e agli eventi che possano creare assembramenti nelle aree agricole e rurali che vanno da Cinno alla Valle dei Ladri, sino a Cascina, nel territorio di Cagnano Amiterno: il provvedimento anti peste suina, in vigore già da un paio di settimane, costringe una delle aree più belle dell’alta valle dell’Aterno a diventare zona ‘infetta’, impraticabile a causa della peste suina africana (Psa). Nel Comune di Borgo Velino, all’interno del territorio del Lazio, in provincia di Rieti, è stata individuata, infatti, a inizio mese, una carcassa di cinghiale sulla quale è stata riscontrata l’infezione. A stabilire i confini della ‘zona infetta’ è il ministero della Salute, che ha comunicato divieti e disposizioni ai Comuni delle due regioni coinvolte: per il Lazio Borgo Velino, Castel Sant’Angelo, Micigliano, Posta, Borbona, Cittaducale, Antrodoco, Petrella Salto e Fiamignano; per l’Abruzzo il solo Comune, appunto, di Cagnano Amiterno, che ne ha recepito le indicazioni con un avviso pubblicato sull’albo pretorio il 4 giugno. L’obiettivo è  prevenire e frenare sul nascere qualsiasi focolaio di peste suina, una grave malattia che, occorre ricordare, non è trasmissibile agli esseri umani, ma se non contrastata, può avere gravi ripercussioni sulla salute della popolazione dei cinghiali e dei suini e su tutti i comparti economici.

peste suina

E il divieto, se nulla dovesse cambiare nelle prossime settimane, potrebbe frenare quel prezioso micro-turismo di ritorno che nei mesi estivi interessa i Comuni dell’alta valle dell’Aterno, frequentati per scampagnate, rimpatriate nelle casette di montagna, escursioni in mountaibike o a piedi.  

Non solo: il provvedimento implica anche: non alimentare e avvicinare i cinghiali; non lasciare residui di cibo e raccogliere correttamente i rifiuti urbani in base al calendario comunale; adottare ogni precauzione per evitare il diffondere la malattia all’interno delle aziende di allevamento; recintare l’area dei locali; contattare, in caso di mortalità di un solo animale, l’azienda sanitaria locale; disinfettare le scarpe all’uscita delle aree agricole e naturali. 

Il Comune informa che sono già due le ricerche di eventuali carcasse di cinghiali effettuate nel territorio di Cagnano, con  tre squadre coordinate dalla polizia provinciale dell’Aquila che giovedì 16 e sabato 18 giugno hanno perlustrato la zona insieme anche al personale del servizio veterinario della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, dei carabinieri forestali e di una rappresentanza dell’Atc dell’Aquila.

“Si ricorda a tutti i cittadini e le cittadine di Cagnano Amiterno, che sempre, ma soprattutto in questa fase, è importante la collaborazione di tutti e si invita la popolazione a comunicare ogni fatto e condizione che possono essere utili per la sicurezza pubblica – ribadisce il vicesindaco di Cagnano Amiterno Bellisario Carosi -. Nel territorio sinora non ci sono state segnalazioni da parte dei nostri allevatori di suini, ma occorre mantenere l’attenzione alta e attenersi alle regole indicate dal ministero della Salute tramite la Regione Lazio sino a nuove analisi e disposizioni. Speriamo che qualcosa possa cambiare presto, siamo in attesa anche di notizie e informazioni, forse di un’ordinanza ad hoc, da parte della Regione Abruzzo e degli assessori competenti (all’Agricoltura Emanuele Imprudente e alla Sanità Nicoletta Verì, ndr). Nella zona comunale rientrante nel cerchio tracciato dalla Regione Lazio, negli ultimi tempi, stando alle testimonianze dei cacciatori che solitamente battono la zona – sottolinea il vicesindaco -, i cinghiali avistati sono stati pochi”. I cittadini sono stati invitati a segnalare la presenza di carcasse rinvenute o di cinghiali moribondi ai seguenti numeri attivi h 24: 08614291 (Asl di Teramo); 08623681 (Asl dell’Aquila); 08713571 (Asl di Chieti); 0854251 (Asl di Pescara).

La Regione Abruzzo ha, intanto, approvato il piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana per il periodo 2022-2024, su proposta dell’assessora regionale alla Salute. “La malattia – ha spiegato Verì presentando il piano – causa ingenti danni non soltanto agli allevamenti suinicoli, ma anche alle filiere alimentari correlate e può generare un problema sanitario importante nel settore zootecnico, con conseguenze economiche importanti. Di qui la necessità di riscontrare l’eventuale infezione in tempi rapidi. Come previsto dalle normative europee e statali, su tutto il territorio regionale sarà dunque attuata la sorveglianza degli allevamenti di suini e il campionamento di tutti i cinghiali rinvenuti morti”. Nel piano saranno coinvolti anche Regione, Asl, Istituto zooprofilattico, corpo forestale dei carabinieri, enti gestori di parchi e riserve, guardie venatorie.

C’è preoccupazione tra gli allevatori. In Abruzzo, infatti, il settore delle aziende suinicole familiari e commerciali coinvolge 12mila attività, mentre la popolazione stimata di cinghiali è di circa 48.500 capi e la diffusione della peste suina portata dai cinghiali minaccia le esportazioni made in Italy. Proprio per accendere l’attenzione delle istituzioni a fine maggio è intervenuta, con un presidio di 700 allevatori davanti alla sede del Consiglio regionale all’Aquila, la Coldiretti Abruzzo, la quale ha rimarcato anche la grave problematica dei danni provocati alle colture dalla fauna selvatica: “Serve un intervento immediato e capillare di limitazione effettiva della popolazione dei cinghiali con abbattimenti lungo tutto il territorio regionale – ha detto in quella occasione il presidente della Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio – siamo costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione. Ora è invece necessario utilizzare subito tutti gli strumenti utili a salvaguardare gli allevamenti, i posti di lavoro e le esportazioni, con il contenimento della peste suina africana sia livello nazionale che locale”. Richiesta su cui è intervenuto l’assessore Imprudente, che, in riferimento nello specifico ai danni provocati alle imprese dalla fauna selvatica, ha comunicato che la conferenza degli assessori all’agricoltura di tutte le Regioni ha presentato al Governo una proposta di legge per la modifica alla legge nazionale attualmente vigente in termini più efficaci nella lotta agli ungulati. 


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