Il mancato rispetto del patto di stabilità potrebbe presto costare ai comuni una condanna per danno erariale. Troppo poco incisive sono infatti le sanzioni oggi previste per il mancato rispetto degli obiettivi di bilancio (blocco delle assunzioni a qualsiasi titolo, comprese le co.co.co. e taglio al fondo di riequilibrio). Al punto che gli enti inadempienti spesso continuano ad assumere come se niente fosse. Lo ha fatto per esempio il comune di Cremona che pur avendo sforato il Patto nel 2009 ha assunto 32 dipendenti, beccandosi una condanna per danno erariale di oltre un milione di euro.
Per questo, la Corte conti Lombardia, che da sempre si caratterizza per essere una delle più innovative sezioni regionali, ha deciso di porre un freno a un’interpretazione troppo permissiva delle norme contabili. L’obiettivo è fissare una regola aurea che stabilisca che «gli equilibri di bilancio sono un valore da tutelare» e rappresentano «limiti cogenti che non possono essere violati con leggerezza». Da qui ad arrivare a configurare un’ipotesi di danno erariale per mancato rispetto degli obiettivi il passo potrebbe essere breve.
La relazione tenuta dal procuratore regionale della Corte conti Lombardia, Antonio Caruso, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, è un duro atto di accusa contro la mala gestione degli enti locali che nel 2012 hanno dato fondo a un vasto campionario di irregolarità in diversi settori: dagli appalti agli strumenti urbanistici, dai debiti fuori bilancio agli incarichi professionali e alle consulenze.
Un lungo elenco di cattiva amministrazione che si innesta in un contesto, quale quello lombardo, oggi più che mai interessato da «una serie sconcertante di fenomeni corruttivi e concussivi della pubblica amministrazione», rispetto alla quale Mani pulite sembra poca cosa. Di questo Caruso non ha dubbi: «La piaga della corruzione in Lombardia è ben più grave rispetto a 20 anni fa perché alimenta una mentalità sempre più incline a considerare lo spazio pubblico come preda degli interessi personali».
E la Corte conti si trova oberata di fascicoli: 7.325 sono le vertenze pendenti al 31/12/2012, in pratica mille a testa per ogni magistrato della procura. Mentre il complessivo ammontare del pregiudizio erariale che la Corte ha chiesto indietro ha raggiunto quota 11,6 milioni di euro.
Un risultato ottenuto anche grazie al protocollo d’intesa sottoscritto con le procure penali di Milano, Como e Pavia (e presto anche con le altre procure lombarde) che consente un più rapido scambio dei fascicoli tra i tribunali e la Corte conti e quindi una quantificazione più veloce del danno erariale anche in corso di indagini. È quanto potrebbe presto accadere per esempio al governatore lombardo uscente, Roberto Formigoni (che parlando a margine, nel corso dell’inaugurazione ha ribadito la propria estraneità ai fatti), coinvolto negli scandali su sanità e rimborsi. «I risultati arriveranno a maturazione in tempi brevissimi», ha assicurato Caruso.
L’esecuzione delle sentenze. Una nota dolente arriva invece dall’esecuzione delle sentenze di condanna, ossia dall’attività di recupero delle somme che i responsabili per danno erariale sono tenuti a versare all’amministrazione danneggiata. La p.a., infatti, continua a fare fatica nel recuperare quanto dovuto per mancanza di «idonei apparati organizzativi, professionalità e dotazioni organiche».
«Le amministrazioni», ha lamenta il procuratore regionale, «non sempre hanno capacità di stare in giudizio e di seguire le procedure esecutive e le eventuali fasi di opposizione delle stesse» e spesso sono costrette a fare ricorso ad avvocati esterni con ulteriori costi aggiuntivi. Nonostante queste indubbie difficoltà, nel quinquennio 2008-2012 la Corte conti Lombardia ha recuperato 17,2 milioni di euro, di cui 2,5 solo nel 2012.
Enti locali spreconi. Oltre alla corruzione dilagante, l’altro aspetto che preoccupa i giudici erariali è la ritrosia degli enti locali a ridurre lo spreco di risorse nonostante i tagli degli ultimi anni. Le consulenze e i finanziamenti a pioggia ai privati sono, secondo la procura, i rivoli in cui si perdono più facilmente i soldi pubblici. Mentre i settori in cui si registrano le maggiori irregolarità sono le politiche del personale, gli appalti e la gestione urbanistica.
Nel 2012 la Corte ha dovuto affrontare un ampio spettro di casi di mala amministrazione: affidamenti senza gara di servizi comunali (Segrate), consulenze senza oggetto e che non hanno prodotto nulla, a parte, ovviamente lo spreco di risorse pubbliche (Sesto San Giovanni), incarichi esterni pur in presenza di risorse umane interne (Gerenzano), progressioni verticali interamente riservate al personale dipendente, debiti fuori bilancio illegittimamente contabilizzati. Ma è sul Patto, soprattutto, che secondo la Corte occorre operare una stretta.
Perché gli enti che più o meno volontariamente non rispettano gli obiettivi contabili sono in continua crescita. Nel 2010 erano 48, nel 2011 sono saliti a 119 di cui 24 nella sola Lombardia (il 20% del totale). Numeri che sarebbero indici di gravi difficoltà economiche se fossero accompagnati da politiche di austerity a livello locale. Cosa che invece, accusa la procura contabile lombarda, non accade nei fatti perché i comuni «continuano a lamentarsi per i tagli, ma poi sprecano con leggerezza soldi pubblici».