“Pastorale”, Daniele Breccia espone all’Aquila lungo il corso

di Redazione | 08 Settembre 2023 @ 15:06 | CULTURA
Still life - Daniele Breccia
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L’AQUILA – È stata inaugurata ieri, 7 settembre, presso i locali della Galleria Italia – Corso Vittorio Emanuele II All’aquila, la mostra personale dell’artista aquilano Daniele Breccia che resterà visitabile fino al 10 settembre 2023Pastorale è il nome dell’esposizione che si snoda tra installazioni, video e opere pittoriche, per esplorare la relazione tra arte, bellezza, tecnologia, vita e morte, invitandoci a riconsiderare un sistema di valori che sembra consolidato.

La ricostruzione in dimensioni reali di una bancarella di fiori, come quelle illuminate di notte per le strade di Roma, richiama sì l’idea della possibilità di una vita bucolica in sintonia con la natura, ma introduce anche il riferimento al romanzo di Philip Roth, Pastorale americana

Daniele Breccia suggerisce una nuova lettura della realtà che ci passa sotto gli occhi: cosa si nasconde dietro un’immagine apparentemente perfetta?

“Così come nel romanzo, nelle singole opere dell’artista vengono messe in evidenza contraddizioni, memorie, vengono seminati dubbi, illusioni, si cercano ma non si trovano speranze, il dramma della vita si contrappone al sogno. In questo modo l’artista si pone su di un piano “altro” che mira a mettere in discussione le condizioni stesse della visione della realtà. Ci espropria della nostra dimensione quotidiana, ci allontana dalla nostra “comfort zone” al punto di rovesciare le prospettive consuete”.

Così la critica d’arte Martina Sconci, curatrice della mostra, che ci invita al percorso espositivo in cui immaginario mediatico, memoria personale e collettiva si intrecciano. Come accade in Meaningful failure, il video proiettato in cui Breccia ci propone delle immagini che, osservate attentamente, ci ricordano l’incidente dello Space Shuttle Challenger che causò la morte dei sette membri dell’equipaggio dopo circa 73 secondi dalla partenza. ll video è proiettato capovolto in modo che le scie causate dalla caduta dei rottami sembrino volare in cielo, invece che cadere verso la terra. 

“Restando in bilico tra l’apparente certezza delle cose e ciò che potrebbero essere – sottolinea Martina Sconci – l’artista mette costantemente in crisi l’ipotesi di una accettazione del reale e di una sua comprensione diretta, privilegiando invece visioni oblique e dissonanti”.


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