Pascoli, L’Aquila nella maxi-inchiesta. I criminali agganciano i locali per fare incetta di terreni e riciclare il denaro
di Alessio Ludovici | 27 Settembre 2023 @ 06:00 | CRONACA
L’AQUILA – Una rete intessuta negli anni, dal 2014, per agganciare i giovani e le famiglie del territorio. E’ uno dei meccanismi principali rivelati dall’Operazione Transumanza. Una volta aperta l’azienda si ottengono terreni e i titoli corrispondenti per ottenere i contributi dell’Unione Europea. I soggetti del gruppo mafioso trasferiscono altri titoli per coprire ulteriori terreni. Per un po’ sembra andare tutto bene. Si tratta di bei soldi e magari ci scappa anche un trattore nuovo. Poi la realtà fa capolino, e piano piano il presunto benefattore si insinua in tutta la vita dell’azienda prendendo nei fatti il controllo della stessa.
Una vera e propria associazione a delinquere
Una rete di aziende fittizie che poco o nulla hanno a che fare con l’allevamento e che fa incetta di terreni di uso civico e non solo, per truffare l’Unione Europea ma anche con altri scopri criminali.
La mafia dei pascoli, dopo l’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila con la Guardia di Finanza di Pescara, è qualcosa di più di una leggenda metropolitana o un fenomeno marginale.
Proprio dai pascoli dell’Abruzzo, del resto, è partita l’inchiesta che ora, dopo l’ordinanza del Gip Guendalina Buccella, vede coinvolti 75 soggetti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, e ben 10 regioni coinvolte.
Di tredici persone sarebbe composto il gruppo criminoso. Originario del Gargano ma il mercato dei titoli interessa tutto il paese, con aziende e faccendieri del Nord e del Sud.
Almeno cinque soggetti dell’aquilano sarebbero coinvolti nell’operazione di ieri. Titolari di varie aziende, e tre di questi sarebbero destinatari di interdittive.
Nella rete però sono finiti ragazzi e famiglie del territorio. Non sono riusciti a resistere alle chimere di qualche soldo facile, all’aiuto per pagare qualche spesa. Oppure costretti perché i faccendieri pagano bene e piano piano si impossessano dei terreni di tutti. Una volta dentro il sistema è difficile uscirne e pezzo dopo pezzo la rete criminosa si prende tutto, compresa la cosa più preziosa, il proprio nome.
Usano queste aziende anche per altre operazioni, non solo per truffare l’Unione Europea. C’è il riciclaggio in primis, attraverso fatture false che nascondono chissà quali altri traffici e attività criminose. E poi chissà cos’altro che qui, tra le immense montagne abruzzesi, può essere ben nascosto alla vista.
Il paradosso della Transumanza. Da un lato il patrimonio immateriale dell’Umanità per l’Unesco e gli sforzi di valorizzazione turistica, dall’altro un territorio in difficoltà, povero di servizi e sostegni e in balia della criminalità organizzata.
Le reazioni
Un plauso bipartisan all’operazione contro la mafia dei pascoli è arrivato dalla politica. “Ci tengo a rivolgere i complimenti alla magistratura e alle forze dell’ordine” il messaggio del senatore Pd Michele Fina. “E’ un fenomeno criminale che desta da tempo allarme anche di carattere sociale, ed è ovviamente positivo vedere in atto contromisure di repressione e prevenzione”
“Bloccato – scrive invece il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale d’Abruzzo, Massimo Verrecchia – un fenomeno criminoso a danno dell’Unione europea, dei nostri allevatori e delle nostre aziende, a ulteriore garanzia contro ogni forma di illecito. Sulla cosiddetta ‘mafia dei pascoli’ un doveroso ringraziamento va anche al ministro all’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per l’attenzione immediatamente dimostrata e al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, per la solerzia con cui, con lo stesso Lollobrigida, ha interloquito per sottoporre la preoccupante vicenda. Valuteremo i presupposti per la costituzione di parte civile della Regione”.
E un plauso alla Guardia di Finanza è arrivato infine dalla Ferfa, l’associazione degli ex forestali che da anni si batte per il ripristino di una forza di polizia ambientale: “È davvero impressionante il numero di operazioni effettuate negli ultimi tempi dalla Guardia di Finanza nel settore della tutela ambientale: discariche abusive, inquinamenti, truffe nella PAC”.
“A ottobre 2016 l’ex ministro Martina, commentando l’assorbimento del Cfs nei Carabinieri, si vantava di aver creato la più grande polizia ambientale d’Europa, ma, a tutt’oggi, quello che sbalordisce è il numero dei sequestri e degli arresti perpetrati dalla G.d.F. con semplicità, tenacia e soprattutto con una professionalità senza paragoni. Un plauso al comando generale di Viale XXI Aprile che riesce a esprimersi come una moderna polizia ambientale, lontana da schemi gerarchici elefantiaci, anche se non potrà mai coprire il vuoto lasciato dal CFS”.
Agromafie: giro d’affari da 24,5 miliardi
“Un forte apprezzamento e un sentito plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine per i risultati della maxi operazione “Transumanza”, condotta dalla Guardia di finanza di Pescara, diretta e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di L’Aquila”. Lo dice il presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli in riferimento all’indagine che ha portato a 25 arresti per truffa all’unione Europea con l’obiettivo di intascare fondi pubblici per pascoli inesistenti.
“La mafia dei pascoli è un fenomeno criminoso che nuoce alle aziende, agli allevamenti e alla nostra economia che, ancora oggi, si riconosce nell’onestà delle aziende zootecniche che in Abruzzo continuano una tradizione millenaria con sacrificio e passione – dice Martinelli – chiediamo che venga fatta chiarezza per rispetto degli allevatori che lavorano onestamente e che sono direttamente ed indirettamente penalizzati da questo e dai diversi fenomeni di illegalità che colpiscono il settore agroalimentare e su cui Coldiretti si è più volte espressa anche attraverso la costituzione dell’osservatorio nazionale sulle agromafie, il cui comitato scientifico è presieduto dal procuratore Gian Carlo Caselli. Lo stesso Osservatorio – conclude martinelli – ha stimato un volume d’affari complessivo annuale delle agromafie di 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno e con una crescita che sembra non risentire della stagnazione dell’economia italiana e internazionale”.